Istanbul sconvolta dalle proteste e dalle violenze della polizia
Istanbul (AsiaNews) - Proteste in tutto il Paese e centinaia di feriti sono il risultato di violenti scontri della polizia turca con i manifestanti di "Occupy Gezi Park", che da giorni si oppongono alla trasformazione del Gezi Park in centro commerciale. Il parco è uno dei pochi polmoni verdi rimasti nella città.
La centralissima e piu importante piazza di Istanbul, piazza Taksim, sta per per subire una spaventosa trasformazione, dovuta alla speculazione edilizia. E proprio questa piazza, ieri sera, è stata letteralmente bombardata in modo pesante con sostanze chimiche - gas lacrimogeni - con cui la polizia turca ha cercato di disperdere i manifestanti, i quali da tempo si oppongono al progetto edilizio.
I manifestanti contestano questo tipo di progetto e di modello economico, molto in voga nella Turchia neo-ottomana e consumistica, con i quali il partito di AKP, cerca di affascinare e fare da modello al mondo islamico.
Si parla di centinaia di feriti. Nei social networks si dice che una donna è morta. Secondo gli stessi social networks, l'ordine era tassativo: reprimere la protesta a tutti costi.
Tra i feriti vi è Sirin Oder, deputato di origine kurda e membro del partito filokurdo BDP, come pure il giornalista Ahmet Sik.
Le forze di polizia turca - che sono molto legate al potere dell'AKP, il partito di Erdogan, hanno cercato di snidare ovunque i manifestanti, che nel disperato tentativo di evitare la violenta repressione, hanno trovato riparo nel vicino Ospedale militare, nella centralissima Gumusuyu cadessi. I militari hanno impedito l'ingresso della polizia al cortile dell' ospedale e hanno addirittura distribuito maschere antigas ai manifestanti, perché si proteggessero dai gas lacrimogeni.
Le proteste della serata di ieri si sono estese anche alla capitale della Turchia, Ankara, a Bodrum, Konya e Izmir, con la parola d' ordine "Piazza Taksim è dappertutto".
L'origine di queste proteste viene da lontano. A Istanbul si osserva che le manifestazioni sono un segno della resistenza di una parte della società contro la strisciante omogenizzazione neo-ottomana dal sapore islamico, che l'AKP di Erdogan sta attuando con arroganza, grazie anche ai suoi successi economici. Essa è insomma è la protesta di un movimento che assume il carattere di opposizione allo strapotere di Erdogan e di tutti i suoi tentativi di autoritaria imposizione.
Tale protesta trova anche il sostegno del partito di opposizione CHP, pur incapace di produrre sinora una poltica alternativa.
Contro la brutale repressione di Istanbul, vi è anche una presa di posizione dell'Unione europea. Stefan Fule, portavoce del Commissario per l'allargamento, ha dichiarato che la Turchia come Paese canditato all'ingresso nella Ue, deve rispettare il diritto di espressione e di associazione dei propri cittadini.
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