Israele si prepara a riconoscere Teofilo come nuovo Patriarca di Gerusalemme
Una Commissione ministeriale israeliana ha raccomandato al governo di riconoscere l’elezione di Teofilo III alla carica di Patriarca greco-ortodosso di Gerusalemme. Il riconoscimento era in ballo da oltre due anni.
Gerusalemme (AsiaNews/Agenzie) – Dopo oltre due anni di stallo, una Commissione ministeriale israeliana ha raccomandato al governo di riconoscere l’elezione di Teofilo III alla carica di Patriarca greco-ortodosso di Gerusalemme. Lo hanno confermato fonti ufficiali del governo.
La decisione, presa dopo intense pressioni da parte della comunità internazionale, rompe una situazione ferma dall’agosto del 2005, quando il Sinodo greco-ortodosso elesse all’unanimità il vescovo Teofilo, 55 anni, come nuovo Patriarca. Con la nomina prese il posto di Ireneos I, che il Sinodo pan-ortodosso di Costantinopoli guidato dal patriarca Bartolomeo I aveva deposto dall'incarico il 24 maggio dello stesso anno.
Ireneos è stato rimosso perché accusato dal clero della sua Chiesa di aver venduto segretamente a degli uomini d'affari ebrei immobili e terreni appartenenti al Patriarcato, nella città vecchia di Gerusalemme, a pochi passi dalla porta di Jaffa. Inoltre, è famoso a Gerusalemme per aver spinto suoi seguaci in battaglie corpo a corpo contro i frati del Santo Sepolcro e per creare continue difficoltà nella manutenzione dei luoghi santi posseduti in comune coi cattolici.
Secondo varie leggi e consuetudini, la nomina di un nuovo Patriarca deve essere approvata dai governi di Palestina, Giordania ed Israele. Subito dopo l’elezione, l’Autorità palestinese aveva dichiarato di voler “rispettare la decisione sinodale”, mentre per il governo giordano la decisione fu più lunga, ma comunque a favore di Teofilo.
Il governo israeliano, invece, non ha ancora riconosciuto neanche la deposizione di Ireneos I effettuata dal Sinodo di Costantinopoli. La decisione di voler “raccomandare” al governo la nuova situazione potrebbe essere collegata alla petizione presentata dal Patriarca, che chiede all’Alta Corte israeliana di riconoscerlo.
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