Israele rifiuta il rapporto Onu che l’accusa di crimini di guerra a Gaza
Gerusalemme (AsiaNews) – Il ministero israeliano degli esteri rifiuta come “unilaterale” il rapporto Goldstone che accusa Tel Aviv di crimini di guerra e forse di crimini contro l’umanità nella guerra condotta a Gaza lo scorso dicembre e gennaio. Il rapporto, frutto di inchieste in loco, è stato votato ieri a maggioranza al Consiglio Onu per i diritti umani a Ginevra con 25 voti a favore; 6 voti contrari (fra cui Stati Uniti e Italia); 11 astenuti. Gran Bretagna e Francia non hanno votato. Nella risoluzione si domanda di presentare il rapporto all’Assemblea generale Onu.
Le quasi 600 pagine del rapporto, a cura del giudice sudafricano Richard Goldstone, accusa Israele di aver commesso crimini di guerra con un uso sproporzionato della forza; di aver colpito civili in modo deliberato; di aver usato palestinesi come scudo umano e di aver distrutto strutture civili durante l’offensiva “Piombo fuso”.
Esso accusa anche Hamas e organizzazioni palestinesi a Gaza di aver commesso crimini di guerra e forse crimini contro l’umanità nel loro ripetuto lancio di missili e mortai sulle cittadine del sud d’Israele.
Il rapporto raccomanda che Israele e Hamas svolgano inchieste su tali crimini entro 6 mesi, se non vogliono comparire davanti al tribunale internazionale dell’Aia.
A Ramallah, Nabil Abu Rudainah, portavoce dell’Autorità palestinese (Ap), ha apprezzato la votazione di Ginevra e ha chiesto di “tradurre le parole in fatti, per proteggere il nostro popolo da ogni nuova aggressione nel futuro”. L’Ap, aveva dapprima deciso – dietro pressione di Israele e Stati Uniti - di ritardare la votazione sul rapporto. Poi ha cambiato idea a causa delle feroci critiche della popolazione palestinese in patria e nella diaspora.
Un portavoce di Hamas ha detto che la cosa più importante è che “i criminali sionisti siano portati in tribunale”, ma non ha commentato le pesanti accuse contro il suo gruppo.
La risoluzione del Consiglio Onu non riguardava solo il rapporto Goldstone, ma accusava anche la politica di Israele a Gerusalemme est, condannando i freni posti per l’accesso ai luoghi santi musulmani, la demolizione forzata di case di palestinesi, gli scavi sotto la spianata del Tempio.
A favore della risoluzione hanno votato: Arabia saudita, Argentina, Bahrain, Bangladesh, Bolivia, Brasile, Cile, Cina, Cuba, Egitto, Ghana, Gibuti, Giordania, India, Indonesia, Mauritius, Nicaragua, Nigeria, Pakistan, Filippine, Qatar, Russia, Senegal, Sudafrica, Zambia
Contro: Italia, Olanda, Ungheria, Slovacchia, Ucraina, Usa.
Astenuti: Bosnia, Burkina Faso, Camerun, Gabon, Giappone, Messico, Norvegia, Sudcorea, Slovenia, Uruguay.
Non hanno votato: Angola, Francia, Gran Bretagna, Kirghizistan, Madagascar.
Secondo organizzazioni umanitarie, nell’operazione “Piombo fuso” vi sono stati 1400 palestinesi uccisi, in grande maggioranza civili e bambini; fra gli israeliani morti vi sono stati 3 civili e 10 militari.