Israele e Palestina, un iftar per rompere digiuno e silenzio
Washington (AsiaNews/Agenzie) - Riprendono i negoziati di pace tra Israele e Palestina. Stasera, a Washington, il Segretario di Stato John Kerry e le delegazioni diplomatiche dei due Paesi si incontreranno al tramonto per l'iftar, pasto che segna la fine del digiuno quotidiano nel mese sacro del Ramadan. Lo conferma Jen Psaki, portavoce del Dipartimento di Stato americano, definendo l'incontro odierno "un'importante occasione per gettare le basi del dialogo nei mesi a venire".
Il comunicato del Dipartimento di Stato segue di un giorno la decisione di Tel Aviv di liberare 204 prigionieri palestinesi. Con 13 voti positivi e 7 negativi, il gabinetto israeliano ha infatti approvato ieri la scarcerazione di 100 detenuti accusati di aver ucciso dei cittadini israeliani e di altri 104 nel corso dei prossimi mesi. "Non è un momento semplice per me, come non lo è per i ministri e soprattutto per le famiglie delle vittime - ha dichiarato il premier israeliano Benjamin Netanyahu dopo la votazione - ma ci sono momenti in cui le decisioni difficili devono essere affrontate e questo è uno di quelli".
Gerusalemme, le sorti dei profughi palestinesi e la questione degli insediamenti sono i tre punti di snodo sui quali saranno incentrate le trattative, che sono ormai congelate dal settembre 2010. E proprio sulla controversia legata agli insediamenti coloni nei territori occupati, il gabinetto israeliano ha approvato ieri una bozza di votazione da sottoporre agli stessi cittadini; spiegando che "ogni abitante dello Stato di Israele deve poter scegliere riguardo una decisione di tale portata storica".
L'incontro ottenuto da Kerry, che negli ultimi 6 mesi si è recato 5 volte nella regione, rappresenta un risultato importante sia per il rapporto tra i due Paesi sia per il ruolo diplomatico ricoperto dagli Stati Uniti. "Siamo grati ad entrambi i leader per aver dimostrato la volontà di affrontare scelte difficili ma fondamentali" ha dichiarato il Segretario di Stato lodando sia Benjamin Netanyahu che Abu Mazen per l'impegno profuso.