Israele, Alta Corte: modificare il tracciato del Muro, "imprigiona" i palestinesi
Gerusalemme (AsiaNews/Agenzie) - Ieri l'Alta Corte di Giustizia israeliana ha accolto all'unanimità una petizione degli abitanti di alcuni villaggi palestinesi della Cisgiordania, che protestavano contro il tracciato del Muro eretto per la "difesa" di Israele. Il tribunale ha stabilito che lo Stato ricostruisca, in tempi ragionevoli e seguendo una rotta diversa, la parte di Muro vicina all'insediamento ebraico settentrionale di Alfei Menashe. Il tratto che deve essere smantellato corre intorno alla città palestinese di Qalqilya e, secondo i giudici, "imprigiona" gli abitanti di 5 villaggi e li taglia fuori dal resto della Cisgiordania.
Secondo quanto sancito dai giudici, le forze di Difesa israeliane devono trovare una soluzione che non intacchi la qualità della vita dei residenti palestinesi.
La decisione favorevole ai palestinesi è inattesa, ma il verdetto ribadisce tacitamente l'autorità di Israele nel continuare la costruzione della barriera nella West Bank, oltre la Linea Verde, per motivi di sicurezza. Nel 2004 la Corte internazionale di giustizia dell'Aja aveva sancito l'illegalità dell'intera barriera.
Israele, che ha ignorato il divieto di costruzione, afferma che il muro serve a fermare gli attentatori. Secondo i palestinesi il vero motivo per l'erezione del muro, da loro definito una trappola - è di tipo politico. Dei totali 650 km. previsti, finora è stata eretta più della metà della barriera.
Ieri analisti giuridici avevano avvertito che se l'Alta Corte avesse pronunciato un simile verdetto, il premier Ariel Sharon - a New York per il summit Onu non avrebbe potuto evitare di commentare pubblicamente la decisione.