Isole Salomone: si temono fino a 100 morti, allarme epidemie
A 5 giorni dallo tsunami, autorità australiane registrano ancora 100 dispersi. Le agenzie impegnate nei soccorsi avvertono che sono già scoppiati focolai di dissenteria tra i bambini, mentre cibo, acqua pulita e tende faticano ancora ad arrivare.
Honiara (AsiaNews/Agenzie) – È arrivato a 32 morti accertati il bilancio dello tsunami che il 2 aprile scorso ha devastato la provincia ovest delle isole Salomone, Oceano Pacifico del sud. Secondo le autorità, la stima dei decessi potrebbe salire notevolmente. Dal ministero australiano per gli Affari esteri fanno sapere che al momento i dispersi sono 100: “Ci prepariamo ad un aggravamento del numero di morti accertate” ha detto Greg Hunt, del dicastero Esteri.
Intanto con fatica sono arrivati ieri i primi soccorsi. L’aeroporto di Gizo, capoluogo provinciale, ha ripreso a funzionare aprendo così la via agli aiuti aerei dalla capitale Honiara. Si teme però che i villaggi più colpiti dall’onda anomala non riceveranno in tempi brevi i soccorsi di cui necessitano, e le agenzie umanitarie lanciano un nuovo allarme epidemie. A Tapurai, sull’isola di Simbo, gil abitanti riferiscono che per i 300 senzatetto sopravvissuti al disastro, finora sono state consegnate solo due tende.
“È una corsa contro il tempo”, sottolinea il direttore esecutivo dell'Oxfam per la Nuova Zelanda, Barry Coates. Jamie Isbiter, a capo dei programmi di intervento per la Caritas Australia spiega: “Le necessità primarie ora sono: accesso ad acqua potabile, cibo e assistenza sanitaria adeguata”. Già arrivano notizie di focolai di malattie dovute ad acqua inquinata, mentre a Gizo numerosi bambini soffrono di dissenteria. Il rischio più grande è che si generi un’epidemia di malaria. “Fornire abitazioni provvisorie per l’emergenza – conclude l’operatrice Caritas – sarà l’obiettivo della prossima fase di aiuti”.
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