Islamici nepalesi pronti “a pagare qualsiasi prezzo” per i loro diritti
Kathmandu (AsiaNews) – Il Nepal non è ancora uno Stato laico, un cambiamento appare difficile e i musulmani sono discriminati nella vita quotidiana e nell’apparato pubblico. Nazrul Husein, segretario generale della Federazione islamica nepalese e cosegretario del Consiglio interreligioso, parla ad AsiaNews dei problemi per gli islamici del Paese e della volontà di lottare per un cambiamento.
Nazrul parla il 13 ottobre, giorno successivo all’importante festa islamica del Id-Ul-Fitre (o Eid ul-Fitr, che celebra l’inizio degli ultimi giorni del sacro mese del Ramadan), e osserva come persino le loro feste non siano riconosciute nel Paese. Osserva che l’affermata laicità “non ha portato cambiamenti per i musulmani. Prima il re lavorava per l’induismo, ora il primo ministro ha preso il suo posto”.
Osserva che l’islam ha anche un proprio sistema legale, ma il potere pubblico e i tribunali non lo riconoscono. Ad esempio per il Talak, il divorzio dalla moglie. “Noi islamici – conclude - siamo pronti a pagare qualsiasi prezzo per i nostri diritti. Il governo dovrebbe prevedere in ogni settore della burocrazia uno spazio proporzionale” e intervenire sui burocrati per cambiare un diffuso pregiudizio contro l’islam. La critica comprende anche i Maoisti, i quali “proclamano di rappresentare le minoranze e i più bisognosi ma non hanno ancora fatto nulla per l’islam”.
Nazrul avverte che anche il Forum nazionale musulmano del Nepal, gruppo fondamentalista islamico, ha annunciato una campagna nell’intero Paese a favore dei diritti dei musulmani. Ma il problema non riguarda solo l’islam: Nazrul ritiene “che il futuro del Nepal è davvero oscuro, se tutti i partiti politici non sapranno andare oltre i meri vantaggi personali e del gruppo”.
Intanto, proprio il 13 ottobre è iniziato il Dashain, la maggiore festa indù del Nepal, che durerà 10 giorni. Il primo giorno, chiamato Ghatasthapana, è festa per l’intera nazione.