23/06/2008, 00.00
INDIA
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Islamici e partiti laici insorgono contro un libro di scuola pro-ateismo

di Nirmala Carvalho
Nel Kerala gruppi musulmani e partiti politici laici chiedono di togliere dalla scuola secondaria un libro che promuove l’ateismo. Il ministro per l’Educazione nega l’accusa e si rifiuta. Un sacerdote parla delle mistificazioni e del reale messaggio del libro.

New Delhi (AsiaNews) – Nello Stato del Kerala si fa rovente la contestazione degli islamici contro un controverso testo di “Scienze sociali” adottato dalla classe VII (equivalente alla scuola secondaria inferiore) delle scuole pubbliche. Un esperto cattolico spiega ad AsiaNews il messaggio ateo e antireligioso che il governo comunista vuole dare ai bambini.

Panakkad Syed Mohammedali Shihab Thangal, presidente dell’Unione musulmani del Kerala, il 19 giugno ha chiesto di togliere dal programma questo testo, ritenuto promuovere l’ateismo e sentimenti antireligiosi, e ha minacciato proteste pubbliche. La richiesta, oltre che da vari gruppi islamici, è anche sostenuta dal Fronte unito democratico (Udf), alleato del Partito del Congresso. Studenti della Unione degli studenti del Kerala e del Giovani del (partito del) Congresso hanno bruciato copie del libro.

Ma il 21 giugno M.A. Baby, ministro dell’Educazione (nella foto), ha ribattuto che non ritiene che il libro favorisca l’ateismo e che invece promuove una società democratica e tollerante e insegna che ogni religione si preoccupa del bene dell’individuo.

Padre Paul Thelakat, portavoce della Chiesa cattolica siromalabarita e direttore del diffuso Satyadeepam (Luce di verità), spiega ad AsiaNews che “la Chiesa non prende posizione politica sui libri delle scuole pubbliche. Ma questo libro promuove l’ideologia comunista, in modo discreto, ma deciso”. “In un capitolo intitolato ‘La terra dell’umanità’, parla delle tre religioni dell’India, ma cita episodi storici particolari e li generalizza per dimostrare che tutte sono promotrici della divisione della società in caste. La religione è mostrata come una forza che divide e allontana la dimensione umana dalla società. Racconta anche la storia di un bambino i cui genitori professano due religioni diverse. Iscrivono il figlio alla prima classe e, quando il preside chiede a quale religione debba essere registrato, rispondono: nessuna. Il messaggio è che i bambini non debbono ricevere alcuna educazione religiosa, poiché potranno sceglierne una da grandi”.

Il sacerdote li ritiene messaggi fuorvianti, perché equivale a dire “che i genitori non debbano insegnare al figlio alcuna morale, non debbano scegliergli alcuna scuola, non debbano prendere alcuna decisione per lui e nemmeno curarlo e dargli le medicine, finché non sarà adulto”.

Il libro, invece, non parla della grande tradizione della Chiesa nel Kerala contro la divisione in caste. “Il libro – prosegue – invita la classe a discutere quale regione sia più colpita da problemi generali come: i prezzi, l’acqua potabile, le malattie infettive, i terremoti. La risposta è: tutte allo stesso modo, ma la conclusione che si vuole dare è che le religioni non hanno rapporti diretti con i problemi quotidiani”. “Questo libro di testo non dice in modo chiaro che, per l’ideologia marxista, la religione è solo superstizione”, ma promuove questo messaggio “tramite aneddoti e dichiarazioni di persone ammirate in India”.

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