07/04/2011, 00.00
PAKISTAN
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Islamabad: giochi politici e devolution, dietro le incertezze sul ministero per le Minoranze

Il presidente Zardari ha nominato Paul Bhatti “consigliere speciale”; la Commissione elettorale ha indicato il leader indù Khatu Mal Jeewan. Il processo di decentramento potrebbe però attribuire il ministero alle province, togliendolo al governo Federale. Leader cattolico: conta il lavoro a tutela delle minoranze e la convivenza pacifica.
Islamabad (AsiaNews) – Il ministero per le Minoranze religiose in Pakistan è al centro di un “gioco politico” che va oltre la singola carica, ma riguarda una redistribuzione di poteri all’interno del Partito popolare pakistano (Ppp) al governo e un nuovo assetto dello Stato, che ha avviato un processo di “decentramento delle cariche” in chiave federalista. Di recente l’ex senatore indù Khatu Mal Jeewan ha rassegnato le dimissioni da senatore e aspetta l’investitura ufficiale alla guida del ministero, dopo la scelta operata dalla Commissione elettorale. Il presidente Zardari ha invece nominato Paul Bhatti – fratello di Shahbaz assassinato il 2 marzo scorso da un commando estremista – “consigliere speciale” del Primo Ministro per le Minoranze, assegnandogli di fatto l’incarico. Il cattolico Peter Jacob chiarisce che il punto centrale resta “il lavoro a tutela delle minoranze e la convivenza pacifica”.
 
Interpellato da AsiaNews, Paul Bhatti ha spiegato che “vi sono due figure” che possono reggere un ministero e “la prima avviene attraverso la scelta di un parlamentare” dell’Assemblea nazionale. “In questo caso – sottolinea – abbiamo un ministro vero e proprio”. La seconda ipotesi prevede la nomina diretta da parte del presidente della Repubblica, che assegna “pari portafoglio, capacità e autorità” se si presentano “condizioni particolari”. “Il mio ruolo – precisa Bhatti – è di ‘adviser’ [consigliere] del Primo Ministro, con pari responsabilità e funzioni di un ministro”.
 
Tuttavia nei giorni scorsi era emersa la nomina – decisa dalla Commissione elettorale – del leader indù Khatu Mal Jeewan al dicastero per le Minoranze, tanto che egli si è dimesso dalla carica di senatore – in quota Ppp – per essere inserito fra i parlamentari dell’Assemblea nazionale, condizione necessaria per assumere a pieno titolo un ministero. Egli rientrava nel terzetto di possibili candidati alla guida delle Minoranze, in caso di scomparsa del titolare. In una recente intervista, Khatu Mal Jeewan aveva rivendicato “il sostegno al precedente ministro nella sua lotta a favore delle minoranze” e auspicato la collaborazione dei colleghi di governo e altri leader per le minoranze. L’obiettivo, sottolinea il leader indù, è esaudire il sogno del fondatore Ali Jinnah di un Paese in cui “le minoranze avranno gli stessi diritti e potranno vivere liberi e in pace, secondo la fede di ciascuno”.
 
La situazione appare ingarbugliata e per fare chiarezza bisogna tornare ai giorni che hanno seguito la morte di Shahbaz Bhatti, assassinato per aver avanzato modifiche alla legge sulla blasfemia e il sostengo ad Asia Bibi. Il Ppp aveva proposto di assegnare il dicastero a un suo familiare. Tuttavia, la legge pakistana non lo consente perché nessuno di loro era stato eletto e la scelta – in una rosa di tre candidati – è caduta sul senatore indù Khatu Mal Jeewan, che ha superato Michael Javed e Khalid Gill. Intanto era intervenuto il presidente Asif Ali Zardari che, nell’esercizio dei suoi poteri, aveva chiamato Paul Bhatti a ricoprire le funzioni del fratello.
 
Fonti di AsiaNews nell’ambiente politico, che chiedono l’anonimato per sicurezza, spiegano che “il consigliere è una sorta di ministro dimezzato” perché “non può esercitare le stesse funzioni del ministro”, il quale deve essere scelto “fra i membri dell’Assemblea nazionale”. Al momento la situazione è complessa e in continua evoluzione, perché non riguarda solo il dicastero per le Minoranze, ma va a investire l’intero assetto istituzionale del Paese. “In Pakistan è in atto un processo di devolution – afferma la fonte – che porta al decentramento di ministeri e cariche, molte delle quali diventeranno di competenza delle varie province come la salute, l’educazione, etc”.
 
Resta da capire, quindi, se le Minoranze rimarranno sotto l’ombrello del governo Federale, oppure saranno assegnate come competenza ai governi provinciali. A questo, conclude la fonte, si unisce un “gioco politico” all’interno del Partito popolare, che riguarda cariche, poltrone e interessi economici “in un panorama politico che è in continua evoluzione. Il ministero per le Minoranze è solo una pedina nello scacchiere”.
 
Se il quadro politico è complesso e frammentato, appare invece chiara la posizione dei cattolici pakistani. Peter Jacob, segretario esecutivo della Commissione nazionale di Giustizia e pace (Ncjp) della Chiesa pakistana, chiarisce che siamo in democrazia e le regole stabiliranno se il ministero va a un cristiano o a un indù, il punto centrale resta “il lavoro a tutela delle minoranze e la convivenza pacifica” nel Paese.(DS)
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