Islamabad: attivisti ripristinano il memoriale dissacrato di Shahbaz Bhatti
Islamabad (AsiaNews) - Gli attivisti di All Pakistan Minorities Alliance (Apma) hanno riparato il memoriale di Shahbaz Bhatti, ministro cattolico per le Minoranze religiose massacrato dai fondamentalisti islamici nel marzo 2011. Il monumento era stato dissacrato da ignoti - estremisti religiosi o criminali comuni - il 9 marzo scorso (clicca qui per le foto); tuttavia, alcuni media locali fra cui un giornale vicino alla comunità cristiana protestante, negano l'episodio affermando persino che non sarebbe mai avvenuto. Interpellato da AsiaNews Paul Bhatti, fratello di Shahbaz e attuale ministro per l'Armonia nazionale, conferma "la risistemazione del memoriale, dal quale sono stati rubati candele e fiori ed è stata rovinata la fotografia".
Il 9 marzo scorso la comunità cristiana pakistana ha subito due gravissimi attacchi: il primo in un sobborgo di Lahore, dove una folla di estremisti ha incendiato 160 case e due chiese, costringendo alla fuga gran parte degli abitanti. All'origine del raid presunte accuse di blasfemia a carico di un cristiano, che avrebbe secondo le accuse - finora senza riscontri - offeso il profeta Maometto in un diverbio fra ubriachi con un giovane musulmano. Il giorno stesso a Islamabad è stato vandalizzato il memoriale di Shahbaz Bhatti.
Manzoor Ghori, coordinatore di Apma nella capitale, ha provveduto a rimuovere le scritte con lo spray dalla foto di Shahbaz Bhatti; al momento mancano ancora alcune lettere del nome, che verranno presto rimpiazzate con altre. Egli aggiunge che "simili atti di vandalismo non serviranno a rallentare la nostra battaglia" per i diritti dei cristiani e di tutte le minoranze. Inoltre, l'attivista non risparmia critiche a giornalisti, media e organizzazioni - fra cui il Pakistan Christian Congress, che ha negato la "vandalizzazione" del monumento - che "non verificano i fatti" e, comportandosi in modo "irresponsabile" alterano la verità.
Sulla vicenda interviene Paul Bhatti, ministro per l'Armonia nazionale, che stigmatizza il comportamento "ipocrita" di una frangia della società, fra cui media cristiani pakistani, colpevole di aver negato "l'attacco al memoriale di mio fratello, del quale vi sono prove e testimonianze". Egli spiega di non sapere "al momento" i nomi dei responsabili, ma ringrazia la solerzia con la quale gli attivisti di Apma hanno provveduto a riparare il danno.
In merito alla recente ondata di violenze anticristiane, Bhatti auspica che "i colpevoli vengano puniti, quanti hanno subito danni vengano rimborsati e iniziative concrete nel futuro per evitare il ripetersi di simili episodi". E come emerge dall'inchiesta, appare sempre più evidente una motivazione di carattere economico alla base del raid e la connivenza delle forze di polizia che non sono intervenute con la necessaria prontezza. "È un fatto gravissimo - accusa il ministro - contrario all'umanità e alla sensibilità religiosa. Tutte le moschee del Pakistan hanno condannato questo gesto". Infine il "cauto ottimismo" per la sorte di Sawan Masih, il cristiano accusato di blasfemia che avrebbe fornito il pretesto per l'assalto: "Siamo al cospetto di un'accusa falsa - conferma il ministro - della quale non si hanno prove. Si è trattato di un alterco fra ubriachi, non vi sono altri elementi e per questo siamo fiduciosi".
14/02/2012
17/02/2020 14:52