31/08/2007, 00.00
PAKISTAN
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Islamabad insiste: solo Musharraf può decidere sul suo destino

Mohammed Ali Durrani, ministro pakistano dell’Informazione, ha ribadito ieri che soltanto il Palazzo presidenziale può decidere sul comando delle forze armate. Sempre più vicino l’accordo Bhutto-Musharraf.
Islamabad (AsiaNews/Agenzie) – Le pressioni di stampa e comunità internazionale “non influiranno sulla decisione presidenziale di cedere o meno il comando militare. Questa è una scelta che verrà presa dal generale Musharraf in totale autonomia, seppur con il massimo rispetto per la Costituzione”. Lo ha dichiarato ieri il ministro pakistano dell’Informazione, Mohammed Ali Durrani, per rispondere alle domande sul patto che sarebbe stato siglato fra il presidente e l’ex premier Benazir Bhutto, in esilio a Londra dal 1996.
 
Secondo i termini dell’intesa, chiamata “transizione per la democrazia”, la Bhutto si impegnerà per garantire a Musharraf il voto dei suoi numerosissimi sostenitori nel corso delle elezioni popolari; in cambio, subito dopo la nomina, sarà l’attuale presidente ad indire le elezioni politiche (entro 60 giorni), a far cadere le accuse di corruzione che ancora pendono sul capo della Bhutto e ad indicarla come suo premier.
 
La segretaria del Partito popolare pakistano avrebbe anche richiesto la fine dell’egemonia del presidente sull’esercito, di cui ricopre la carica di comandante supremo. Su questo punto, ha ripreso Durrani, “bisognerà aspettare soltanto il pronunciamento del Palazzo presidenziale, l’unico che abbia il diritto di parlare”.
 
Tuttavia, l’accordo fra i due sembra essere vicino alla firma. A suggellare l’intesa fra i due politici vi sono fattori comuni, come l’avversione per Nawaz Sharif, acerrimo nemico di Musharraf ed autore della prima cacciata della Bhutto. Questi è stato da pochi giorni confermato dalla Corte Suprema di Islamabad come uno dei candidati alla presidenza e richiamato in patria dall’esilio in Arabia Saudita cui era stato costretto dopo il golpe militare del 1999.
 
Quello che sembra fuori discussione è che a mettere i bastoni fra le ruote alla “transizione per la democrazia” sia la questione militare. Musharraf avrebbe già espresso la sua volontà di cedere il comando delle Forze armate ad un militare scelto di comune accordo con la Bhutto, e si sarebbe reso disponibile, dopo un lungo braccio di ferro, a togliersi la divisa e governare, simbolicamente, in giacca e cravatta.
 
D’altra parte, come ha scritto ieri un editorialista del seguitissimo Daily Times, “altro che la divisa: per continuare a governare, il generale Musharraf è pronto ad indossare anche un pigiama rosa”.
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