Islamabad ha già rimpatriato 45mila cittadini afghani ad aprile
La seconda fase di espulsioni forzate di rifugiati iniziate nel 2023 nonostante le critiche da parte di diverse organizzazioni internazionali. Attivisti per i diritti umani ed ex collaboratori della coalizione occidentale rischiano la vita in Afghanistan. Per il governo di Islamabad è uno strumento di pressione sulle autorità talebane di Kabul, accusate di sostenere i gruppi terroristici che operano in Pakistan.
Islamabad (AsiaNews) – Sono circa 45mila i rifugiati afghani rimpatriati dal Pakistan – in parte con la forza – da inizio aprile. Il dato è stato confermato e diffuso nei giorni scorsi dall’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati dopo la decisione di Islamabad di riprendere un programma di deportazioni chiamato “Piano di rimpatrio degli stranieri illegali” (IFRP). Lanciato a fine 2023, ora è alla sua seconda fase di attuazione.
A inizio marzo il governo pakistano (che non è firmatario della Convenzione di Ginevra sullo status dei rifugiati, ma accetta che l’UNHCR operi nel Paese) aveva annunciato che avrebbe rimpatriato i possessori della Carta di cittadinanza afghana (ACC) che non avessero abbandonato il Paese in maniera volontaria a partire dal 1° aprile. La Carta di cittadinanza afghana è un documento introdotto da Islamabad nel 2017 per tenere traccia dei cittadini afghani presenti in Pakistan. Secondo le stime, in Pakistan sarebbero 800mila i possessori di questo tipo di documento a cui ora è stato imposto di lasciare il Paese. Tuttavia, molti rifugiati afghani sono anche titolari della Prova di registrazione (PoR), un documento di identità rilasciato in collaborazione con l’UNHCR e che dovrebbe garantire il diritto di risiedere legalmente in Pakistan.
In realtà, negli ultimi anni, dalla sua introduzione, anche gli afghani in possesso di prova di registrazione regolare sono stati rimandati in Afghanistan e i difensori dei diritti umani hanno denunciato che in alcune province del Pakistan la polizia ha iniziato a compiere perquisizioni a tappeto alla ricerca di cittadini afghani. Si stima che siano circa 3 milioni gli afghani residenti in Pakistan, di cui 1,3 milioni in possesso di regolari documenti.
Sempre secondo i dati dell’Agenzia Onu per i rifugiati, oltre 8.900 afghani erano già tornati in Afghanistan al 31 marzo, nonostante le minacce alla sicurezza poste dal governo talebano, tornato al potere ad agosto 2021. Attivisti e collaboratori del precedente governo afghano sostenuto dalla coalizione occidentale a guida statunitense temono di venire perseguitati o uccisi al loro ritorno in Afghanistan.
“Nei primi dieci giorni di aprile 2025 il tasso di deportazione è più alto (31%) rispetto ai primi dieci giorni di novembre 2023 (6%) che hanno segnato l’inizio della fase 1 dell’IFRP”, ha comunicato l’UNHCR. “Nei primi cinque giorni di aprile sono stati effettuati più arresti e detenzioni (1.655) che in qualsiasi altro mese del 2025”, si legge ancora nell’ultimo report dell’organizzazione. In totale, tra settembre 2023, quando è stato per la prima volta lanciato il programma di rimpatri, e febbraio 2025, almeno 844.499 cittadini afghani sono tornati in Afghanistan.
L’UNHCR ha inoltre precisato che il 78% delle persone a cui dona assistenza sono donne e bambini. Sul lato afghano, l’agenzia Onu ha spiegato di fornire denaro a tutti coloro in possesso di qualche tipo di documento di protezione umanitaria per alleviare le difficoltà legate al ritorno in patria, in alcuni casi anche dopo molti anni di residenza in Pakistan. Molti rifugiati hanno raccontato di non avere una casa e sufficiente disponibilità economica per provvedere alla propria famiglia. “Dal 15 settembre 2023, circa 120.300 persone rientrate dal Pakistan hanno ricevuto assistenza in denaro nei centri di riscossione di Kabul, Kandahar e Jalalabad, tra cui oltre 77.400 titolari di carta PoR. Tra gli assistiti, circa il 2,4% è costituito da persone con disabilità e oltre 3.300 titolari di carta PoR, documenti UNHCR o certificati di asilo sono stati espulsi”, spiega ancora l’UNHCR.
Di recente, anche gli Stati Uniti - che stanno progressivamente normalizzando i rapporti con i talebani - hanno revocato il cosiddetto status di protezione temporanea che era garantito ai rifugiati afghani fuggiti dal Paese dopo il 2021, una misura che era stata concessa a circa 14.600 persone. Decine di migliaia di afghani, inoltre, dopo la presa di Kabul da parte dei talebani, erano stati evacuati in Paesi terzi in attesa di ricollocamento: si stima che in Pakistan 25mila afghani rientrino in questa categoria.
Il governo talebano per ora ha risposto alla questione in maniera limitata. Abdul Salam Hanafi, vice primo ministro talebano, nei giorni scorsi ha visitato un campo profughi nel distretto di Khas Kunar, nella provincia di Kunar, dove sono stati distribuiti 382 appezzamenti di terreno ai rifugiati di ritorno. Anche nella provincia di Laghman è stato allestito un campo profughi temporaneo, ma l’Afghanistan si trova da anni ad affrontare una durissima crisi umanitaria conseguente al ritorno al potere dei talebani.
Secondo le stime delle Nazioni Unite, circa 20 milioni di persone, quasi metà della popolazione, vive al di sotto della soglia di povertà, mentre i talebani hanno progressivamente limitato i diritti civili, in particolare quelli delle donne, a cui è stato vietato di viaggiare da sole, avere lavori a contatto con il pubblico o studiare in un istituto superiore.
Si stima che dagli anni ‘80, circa 4 milioni di afghani abbiano trovato rifugio in Pakistan. Tuttavia, dal ritorno al potere dei talebani, i rapporti tra Kabul e Islamabad hanno cominciato a complicarsi: il Pakistan accusa i talebani di sostenere i gruppi terroristici che compiono attentati contro le forze di sicurezza pakistane (come i talebani pakistani o TTP, formalmente separati ma ideologicamente vicini ai “cugini” di Kabul), e il respingimento dei rifugiati sembra essere un tentativo per fare pressione sulle autorità talebane, nonostante diverse organizzazioni umanitarie continuino a sostenere che i rimpatri stanno peggiorando la crisi umanitaria degli afghani.
(foto: UNHCR)
02/12/2016 14:48
21/06/2018 13:04