Islamabad, ucciso il pm dell'inchiesta sull'omicidio Bhutto
Islamabad (AsiaNews/Agenzie) - Il pm titolare dell'inchiesta sull'assassinio di Benazir Bhutto, ex premier pakistano uccisa in un attentato nel dicembre 2007, è stato assassinato questa mattina con colpi di pistola alla testa. Lo riferiscono fonti della polizia, secondo cui l'agguato è avvenuto mentre Chaudhry Zulfiqar Ali - uno dei più importanti magistrati del Paese - si stava dirigendo in tribunale per partecipare a una udienza del processo. Gli assalitori, a bordo di una motocicletta, lo hanno raggiunto nel settore G-9 della capitale, dove viveva, e hanno aperto il fuoco contro la sua auto. I proiettili lo hanno raggiunto alla testa, ferendolo in modo grave; egli è deceduto poco dopo in ospedale. Nell'attacco è morta anche una donna, che si trovava nella zona dove è avvenuto l'attentato; una guardia del corpo del giudice è rimasta ferita in modo non grave.
Il funzionario di polizia Mohammad Yousuf ha confermato che Ali "è stato trasportato subito in ospedale, ma è deceduto per le gravissime ferite riportate". L'omicidio contribuisce ad alimentare il clima di tensione, in una nazione da tempo teatro di stragi e violenze etniche e confessionali, che non risparmiano nemmeno la minoranza cristiana. Fenomeni che si sono inaspriti nelle ultime settimane, in vista delle elezioni politiche in programma il prossimo 11 maggio.
In risposta all'attentato e in segno di solidarietà per il collega ucciso, gli avvocati del distretto di Islamabad e Rawalpindi hanno annunciato una giornata di sciopero. Chaudhry Zulfiqar Ali era una delle figure di primo piano della magistratura pakistana, oltre che membro speciale dell'organismo chiamato a far luce sui casi più delicati (la Federal Investigation Authority, Fia). Lo scorso anno si era visto aumentare la scorta, in seguito a minacce di morte ricevute proprio per le delicate indagini che stava seguendo.
Al momento non vi sono rivendicazioni ufficiali per l'attacco, ma la sua morte potrebbe essere legata a una delle molte inchieste di cui era titolare. Fra queste il processo per l'assassinio dell'ex Primo Ministro Benazir Bhutto, per il quale si è seguita a lungo la pista talebana anche se il leader fondamentalista Baitullah Mehsud - poi ucciso in un raid dei droni Usa nel 2009 - ha subito smentito ogni coinvolgimento.
Il figlio di Benazir, Bilawal Bhutto, attuale leader del partito di governo Pakistan People's Party (Ppp) ha invece puntato il dito contro l'ex presidente Pervez Musharraf, ritenendolo il mandante morale della strage, oltre che responsabile per non averle garantito la sicurezza. Proprio per questo l'ex generale dell'esercito - rientrato da poco in Pakistan per partecipare al voto, dopo quattro anni di esilio - è sotto processo e sottoposto al regime degli arresti domiciliari. Musharraf, 69 anni, è coinvolto in una serie di battaglie legali e sta cercando di scampare all'arresto per diversi capi di imputazione, fra i quali vi è anche il tradimento, e procedimenti giudiziari relativi all'assassinio Bhutto e di un altro leader tribale nel Balochistan. Egli è stato anche protagonista di un durissimo scontro politico-istituzionale con il capo della Corte suprema Iftikhar Chaudhry. I talebani pakistani hanno inoltre promesso in diverse occasioni di uccidere l'ex presidente, che ha conquistato il potere nel 1999 con un colpo di Stato militare.