Islamabad, per il “martire” Shahbaz Bhatti nessun premio al valore civile
di Jibran Khan
Il presidente Zardari presenta una lista di 185 funzionari, ma non compare il nome del ministro cattolico assassinato dagli estremisti islamici. Presente, invece, il governatore del Punjab Salman Taseer. Vescovo di Islamabad: decisione “sorprendente”, Bhatti “ha sacrificato la propria vita” per le minoranze e il Paese.
Islamabad (AsiaNews) – Per il governo pakistano il “martire” Shahbaz Bhatti – assassinato il 2 marzo scorso dai fondamentalisti islamici – non merita un riconoscimento ufficiale “al valore civile”. Il nome del ministro cattolico, infatti, non risulta nell’elenco dei 185 funzionari e alti ufficiali presentato il 16 agosto dal presidente Asif Ali Zardari, che verranno premiati il 23 marzo 2012 durante una cerimonia pubblica. Fra questi vi è invece Salman Taseer, governatore del Punjab, ucciso a inizio anno per l’opposizione alle norme sulla blasfemia e la difesa di Asia Bibi, cattolica e madre di cinque figli, condannata a morte in base alla “legge nera”. Tuttavia, Taseer era un musulmano, mentre Bhatti cristiano: in Pakistan, anche dopo la morte, le minoranze religiose non godono degli stessi diritti riservati ai fedeli dell’islam.
La decisione del governo di escludere il ministro cattolico dalla lista ha sollevato critiche in seno alla comunità cristiana pakistana e fra esponenti della società civile. Shahbaz Bhatti e Sherry Rehman, parlamentare oggetto di minacce perché ha proposto emendamenti alle leggi sulla blasfemia, hanno messo in gioco la loro vita per difendere le minoranze, modificare leggi ingiuste e difendere quanti sono in pericolo, come Asia Bibi.
Per mons. Rufin Anthony, vescovo di Islamabad/Rawalpindi, è “sorprendente” vedere che “solo pochi giorni fa, in occasione della giornata per le Minoranze religiose” il presidente pakistano Zardari “affermava la parità dei diritti”, sottolineando “il ruolo delle minoranze” nella crescita del Paese. Oggi invece, prosegue il prelato ad AsiaNews, “ha ignorato Shahbaz Bhatti” quando si è trattato di insignire di premi al valore civile a favore di una persona “che lo meritava per la lotta a favore dei diritti delle minoranze” e che “ha sacrificato la propria vita per la causa”. Il vescovo bolla come “biasimevole” il comportamento del governo e chiede che “Bhatti e Rehman siano inseriti nell’elenco”.
Intanto nei giorni scorsi Pervez Rafique, parlamentare dell’assemblea provinciale del Punjab, eletto tra le fila del Partito popolare pakistano (Ppp), ha proposto una modifica del preambolo della Costituzione. Essa intende garantire piena applicazione alle parole di Ali Jinnah, padre fondatore della nazione, che nel celebre discorso al Parlamento nell’agosto 1947 affermava “parità di diritti” anche per i non musulmani e ribadiva il principio alla libertà religiosa, secondo i dettami di uno Stato laico (il Pakistan è una Repubblica islamica).
Commentando la proposta del parlamentare del Punjab, p. John Maxwell della diocesi di Lahore afferma che è un passo “incoraggiante”. “Nell’attuale situazione di criticità – aggiunge il sacerdote – il dibattito [sulla proposta] inizierà a partire dalla prossima sessione. Sosterremo i rappresentanti delle minoranze nell’Assemblea del Punjab, ma chiediamo che essa venga presentata anche a livello nazionale”.
La decisione del governo di escludere il ministro cattolico dalla lista ha sollevato critiche in seno alla comunità cristiana pakistana e fra esponenti della società civile. Shahbaz Bhatti e Sherry Rehman, parlamentare oggetto di minacce perché ha proposto emendamenti alle leggi sulla blasfemia, hanno messo in gioco la loro vita per difendere le minoranze, modificare leggi ingiuste e difendere quanti sono in pericolo, come Asia Bibi.
Per mons. Rufin Anthony, vescovo di Islamabad/Rawalpindi, è “sorprendente” vedere che “solo pochi giorni fa, in occasione della giornata per le Minoranze religiose” il presidente pakistano Zardari “affermava la parità dei diritti”, sottolineando “il ruolo delle minoranze” nella crescita del Paese. Oggi invece, prosegue il prelato ad AsiaNews, “ha ignorato Shahbaz Bhatti” quando si è trattato di insignire di premi al valore civile a favore di una persona “che lo meritava per la lotta a favore dei diritti delle minoranze” e che “ha sacrificato la propria vita per la causa”. Il vescovo bolla come “biasimevole” il comportamento del governo e chiede che “Bhatti e Rehman siano inseriti nell’elenco”.
Intanto nei giorni scorsi Pervez Rafique, parlamentare dell’assemblea provinciale del Punjab, eletto tra le fila del Partito popolare pakistano (Ppp), ha proposto una modifica del preambolo della Costituzione. Essa intende garantire piena applicazione alle parole di Ali Jinnah, padre fondatore della nazione, che nel celebre discorso al Parlamento nell’agosto 1947 affermava “parità di diritti” anche per i non musulmani e ribadiva il principio alla libertà religiosa, secondo i dettami di uno Stato laico (il Pakistan è una Repubblica islamica).
Commentando la proposta del parlamentare del Punjab, p. John Maxwell della diocesi di Lahore afferma che è un passo “incoraggiante”. “Nell’attuale situazione di criticità – aggiunge il sacerdote – il dibattito [sulla proposta] inizierà a partire dalla prossima sessione. Sosterremo i rappresentanti delle minoranze nell’Assemblea del Punjab, ma chiediamo che essa venga presentata anche a livello nazionale”.
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