Islamabad, parlamentari al voto per il nuovo Presidente. I popolari boicottano le urne
Islamabad (AsiaNews) - Il Pakistan si appresta ad eleggere il 12mo presidente della storia della Repubblica, che succederà all'attuale capo di Stato Asif Ali Zardari il cui mandato scade il 9 settembre prossimo al termine dei cinque anni previsti dalla Costituzione. La coalizione di governo guidata dal premier Nawaz Sharif, della Pakistan Muslim League-Nawaz (Pml-N), ha indicato nel leader di punta del partito Mamnoon Hussain, il candidato alla massima carica istituzionale del Paese. Il movimento di opposizione Pakistan Tehreek-e-Insaaf (Pti), dell'ex campione di cricket Imran Khan, candida invece l'ex giudice Wajhiuddin Ahmad. Il Partito popolare pakistano (Ppp), di cui è membro autorevole proprio il presidente uscente Zardari, non ha voluto indicare alcun nominativo, per protesta contro le procedure "affrettate" che hanno portato alla scelta del prossimo capo di Stato.
La procedura di votazione sarà effettuata oggi mediante scrutinio segreto e si svolgerà, in contemporanea, in Parlamento e nelle quattro assemblee provinciali in cui è suddiviso il Paese. Le operazioni sono iniziate alle 10 di questa mattina e finiranno entro le 3 del pomeriggio. Il collegio elettorale chiamato a scegliere il capo di Stato in Pakistan è formato dai parlamentari - rinnovati di recente in seguito al voto dell'11 maggio, che ha segnato la fine del dominio dei popolari di Bhutto e Zardari - e dai membri delle quattro assemblee locali (Khyber Pakhtunkhwa, Punjab, Sindh e Bluchistan).
Fakhruddin G. Ibrahim, capo della Commissione elettorale, ha chiesto a tutti i parlamentari di assicurare la segretezza delle operazioni. Non saranno quindi ammessi telefoni cellulari o qualsiasi altro oggetto elettronico durante le operazioni di voto.
Tuttavia, sulla scelta del prossimo presidente pesa l'annunciato boicottaggio da parte dell'ex fazione di maggioranza, i Partito popolare pakistano (Ppp); alla base della mancata partecipazione, la decisione del capo della Corte suprema Iftikhar Muhammad Chaudhry di anticipare il voto al 30 luglio rispetto al 6 agosto previsto in precedenza, accorciando così i termini della campagna elettorale.
I parlamentari del Ppp partecipano ai lavori preparatori e agli interventi in aula, ma non esprimono preferenze. In risposta, il ministro per l'Informazione spiega che si possono sollevare obiezioni nel caso di "posticipo" del voto, ma non "se esse vengono anticipate". Il mandato del capo di Stato uscente scade il 9 di settembre; egli dovrebbe rimanere in carica fino al giorno precedente per gli affari ordinari, ma non è escluso che possa anticipare in modo volontario la data delle dimissioni.
26/07/2018 14:27