Islamabad, gli ulema si incontrano per salvare le leggi islamiche
In risposta agli emendamenti proposti dal Consiglio dell'ideologia islamica, i più influenti ulema del Paese hanno annunciato un incontro nazionale per la salvaguardia delle Ordinanze Hudood ed hanno chiesto lo scioglimento del Consiglio stesso.
Islamabad (AsiaNews) I più influenti ulema pakistani, appartenenti a diverse scuole di pensiero, si sono incontrati il due luglio scorso ad Islamabad per discutere i modi ed i termini necessari a salvare le Ordinanze Hudood dagli emendamenti proposti dal Consiglio dell'ideologia islamica.
Alla fine dell'incontro i religiosi hanno annunciato che terranno un incontro a livello nazionale in una moschea di Islamabad il prossimo sei luglio, al quale sono invitati religiosi e politici musulmani. Inoltre, i religiosi hanno chiesto l'immediato scioglimento dell'attuale Consiglio e la formazione di uno nuovo, con organico differente.
L'incontro degli ulema e le decisioni prese alla fine dello stesso rispondono alla riunione del primo luglio fra il Consiglio ed il presidente pakistano, il generale Musharraf, che ha diretto la preparazione delle raccomandazioni finali per gli emendamenti delle controverse leggi ad ispirazione islamica. I tagli al testo dovrebbero essere pronti per la fine di agosto ed essere poi presentati al 162mo incontro generale del Consiglio, a settembre, per l'approvazione.
Le ordinanze Hudood sono state approvate nel 1979, sotto la giunta militare del generale Zia-ul-Haq: esse sono composte da quattro parti che regolano i temi della proprietà, del qazaf [falsa accusa di adulterio ndr], dell'adulterio e delle proibizioni estese ai non islamici dell'uso di alcol del gioco di azzardo. Il tutto unito alla regola generale che, in tribunale, anche un non islamico deve avere avvocato e giudice musulmani.
Le ordinanze, tra l'altro, non discriminano fra adulterio e stupro: una donna vittima di uno stupro deve presentare davanti ad una corte islamica la testimonianza di quattro maschi adulti e musulmani - che abbiano visto l'atto e possano testimoniare che sia stato compiuto con violenza per avere giustizia dallo Stato. Secondo le ordinanze, se la vittima non è in grado di produrre le testimonianze, può essere accusata di adulterio e condannata al carcere.
La decisione di emendare le Ordinanze ha scatenato un acceso dibattito in tutto il Paese: da una parte, gli integralisti islamici che ritengono sacrilega l'idea di tagliare delle leggi ispirate dal Corano. Dall'altra, gruppi per i diritti umani e civili chiedono, al posto degli emendamenti, la totale abrogazione delle norme, considerate draconiane ed usate sempre più spesso per dirimere questioni personali.