Islam russo, il flop dei finanziamenti al terrorismo
di Nina Achmatova
In 20 anni è giunto in Russia un enorme flusso di finanziamenti dall’estero per diffondere il terrorismo nella Federazione. Ma i soldi sono stati dirottati su ville e macchine di lusso. La parola di un esperto.
Mosca (AsiaNews) – In 20 anni, miliardi di dollari inviati dall’estero per la radicalizzazione dell’islam russo sono stati sperperati. Lo sostiene uno dei più famosi sociologi russi esperti in islam, Roman Silantyev in un recente articolo sul sito Jornalist against Terror.
“Grazie a Dio, oltre il 90% dei fondi stanziati per la wahabizzazione dei musulmani di Russia è servito ad altri propositi. Invece che centinaia di centri per l’addestramento di terroristi e dei loro complici, la creazione di giornali o siti web, quel denaro è stato usato per costruire resort e ville, comprare automobili e appartamenti di lusso”, scrive Silantyev, anche ex segretario esecutivo del Consiglio interreligioso di Russia.
Considerando la vasta diffusione nel Paese di “sette islamiche aggressive - fa notare il sociologo - possiamo solo immaginare cosa sarebbe diventata la Russa se i partner di al-Qaeda non avessero avuto le mani bucate”.
L’articolo cita informazioni dei servizi segreti russi, secondo cui 60 organizzazioni estremiste islamiche, circa 100 società commerciali straniere e 10 gruppi bancari hanno finanziato il terrorismo nella Federazione. Tra le organizzazioni citate, Al-Haramain, Islamic Relief, Taiba, Al-Igasa, Assembly of Muslim Youth, Revival of Islamic Heritage, Social Reform Society, Qatar Charitable Society.
“La somma esatta stanziata da questi gruppi non è nota – racconta l’esperto -. Può però essere stimato il volume approssimativo degli investimenti del terrore, che si aggira intorno ai 10 miliardi di dollari dal 1990. Migliaia di persone hanno ricevuto denaro per stabilire il controllo sull’elite musulmana russa, penetrare nei livelli più alti di potere e formare una lobby influente che doveva estremizzare la fede delle comunità di certe regioni, alienare la popolazione dall’idea di nazione e stabilire così una vasta scala di attività anti-governative e di proselitismo tra i cittadini non di fede islamica”.
“Paragondando il volume di fondi trasferiti con quello di moschee o centri islamici aperti – spiega Silantyev – possiamo sicuramente dire che la maggior parte di quei soldi non sono stati usati per lo scopo preposto”. Questo si può spiegare “non solo con l’ingenuità dei ‘filantropi’ stranieri, ma anche con la presenza di diversi mediatori per la consegna dei finanziamenti che hanno ingannato i donatori”.
Vedi anche