Isfahan: scontri fra polizia e manifestanti, almeno 50 arresti
Il raid è avvenuto nell’Iran centrale, dove era in programma una funzione in memoria dell’ayatollah Montazeri. Le forze di sicurezza hanno picchiato anche donne e bambini con bastoni, catene e pietre. Il Consiglio della Rivoluzione culturale rimuove Mousavi dalla carica di presidente dell’Accademia delle arti.
Teheran (AsiaNews/Agenzie) – Nuovi scontri fra le forze di sicurezza e un gruppo di manifestanti a Isfahan, nell’Iran centrale, riuniti per commemorare l’ayatollah dissidente Hossein Ali Montazeri, morto il 19 dicembre a 87 anni. Lo riferisce il sito dissidente Rahesabz.net, secondo cui la polizia ha lanciato gas lacrimogeni, picchiato donne e bambini, compiuto almeno 50 arresti.
“Questa mattina – si legge sul sito web riformista – prima dell’inizio della cerimonia, centinaia fra poliziotti, forze della sicurezza e uomini in abiti civili si sono riuniti attorno alla moschea e hanno ingaggiato duri scontri con la gente”. Rahesabz.net aggiunge che vi sono stati diversi arresti – almeno una cinquantina – e molte persone sono rimaste ferite. “Le forze di sicurezza stanno picchiando le persone, incluse donne e bambini, con bastoni, catene e pietre”.
La funzione era in programma questa mattina alla moschea Seyed di Isfahan. A guidare la preghiera in memoria dell’ayatollah Montazeri, uno dei più strenui oppositori del regime teocratico di Teheran, vi era il religioso riformista Jalaledin Taheri. Le notizie degli scontri non trovano conferme da fonti indipendenti, perché il governo ha imposto una rigida censura sui media internazionali e locali.
Il 21 dicembre scorso migliaia di persone nella città santa di Qom hanno partecipato ai funerali di Montazeri. Il rito si è trasformato in una protesta di massa contro il governo e la guida suprema Ali Khamenei, contro il quale hanno intonato canti e slogan fra cui “morte al dittatore”.
Ieri, intanto, il Consiglio della Rivoluzione culturale – un organismo di alto profilo presieduto da Mahmoud Ahmadinejad – ha rimosso Mir Hossein Mousavi dalla carica di presidente dell’Accademia delle arti. Era l’ultimo ruolo pubblico ricoperto dal leader dell’opposizione e candidato alle presidenziali del 12 giugno, che guidava l’istituto dalla sua nascita nel 1999.
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