Iraq: in tre giorni secondo attentato ad una chiesa caldea
Mosul (AsiaNews) Secondo attacco in tre giorni ad una parrocchia caldea di Mosul. Nel mirino degli aggressori è ancora una volta la chiesa dello Spirito Santo: stamattina un gruppo di uomini ha sparato contro l'edificio alcuni colpi di bazooka a distanza, mentre un ordigno è esploso davanti ad uno dei portoni esterni, inutilizzato, della chiesa. Lo hanno riferito ad AsiaNews fonti locali, secondo cui non si registrano morti o feriti.
Le fonti aggiungono che si potrebbe trattare della stessa formazione armata che la mattina di domenica 24 settembre aveva scaricato sulla chiesa almeno 80 colpi d'arma da fuoco, provocando solo lievi danni come finestre rotte.
Da mesi cresce la tensione a Mosul, roccaforte sunnita. C'è chi avanza l'ipotesi che gli attacchi contro i cristiani in Iraq siano legati alle polemiche seguite al discorso del Papa a Regensburg. Sempre a Mosul, venerdì 22 settembre, per le strade e nei pressi delle chiese circolavano volantini minatori che chiedevano ai cristiani di condannare le parole di Benedetto XVI, altrimenti sarebbero stati uccisi e le loro chiese bruciate. Il vescovo caldeo di Mosul, mons. Raho, ha fatto affiggere dei cartelli per esprimere che "né i cristiani iracheni, né il papa vogliono distruggere il rapporto con i musulmani". Ma il gesto non sembra essere servito ad evitare nuove violenze. Con ogni probabilità anche in questo caso si è davanti ad una strumentalizzazione politica della religione; tanto più che i leader religiosi islamici, fra i quali lo stesso ayatollah Al Sistani, hanno mostrato solidarietà e comprensione verso il Vaticano: il rappresentante del massimo esponente religioso degli sciiti iracheni ha addirittura espresso il desiderio di poter visitare il Papa.
Già nell'agosto del 2004 la chiesa dello Spirito Santo aveva subito un attentato, in cui era rimasta ferita anche la sorella minore del giovane parroco p. Ragheed Gani.