Iraq, il giorno più violento: quasi 100 morti
Almeno 99 morti e 270 feriti in attacchi a Mosul, Baghdad, Hilla e Bassora. Le violenze sono attribuite ad Al Qaeda, ma c’è il rischio di incrementarle con il vuoto politico creatosi dopo le elezioni. Allawi: Il conflitto può espandersi fuori dei confini irakeni.
Baghdad (AsiaNews/Agenzie) – Lo scenario che tutti temevano e non osavano immaginare è quello concretizzatosi ieri: il vuoto politico che permane dopo le elezioni del 7 marzo lascia mano libera ai terroristi che ieri hanno squassato l’Iraq con una serie di attentati in tutto il Paese, dal bilancio di 99 morti e almeno 270 feriti.
All’indomani di quella che è stata la giornata più sanguinosa dell’Iraq nel 2010, oggi l’ex primo ministro e vincitore delle ultime legislative, Iyad Allawi avverte del rischio di nuove guerre settarie. In un’intervista al britannico The Guardian il leader - sciita ma a capo di una formazione laica, Iraqiya - ha precisato che tutti i gruppi politici hanno abbandonato gli sforzi per costruire un governo unitario e stanno perseguendo interessi personali ed etnici, con il pieno sostegno dell’Iran. Iraqiya ha vinto di misura le elezioni legislative irachene aggiudicandosi 91 seggi e per garantire stabilità al Paese ha la necessità di trovare un accordo di larga coalizione con altri gruppi locali. Mentre in alcune circoscrizioni si procede al riconteggio manuale delle schede.
Secondo l'ex premier, che nel suo partito conta anche esponenti sunniti, “questo conflitto non resterà all'interno dei confini iracheni. Si allargherà e potrà avere la capacità di coinvolgere il mondo intero, non soltanto i Paesi vicini”.
Gli attacchi di ieri hanno interessato un capo e l’altro del Paese: da Mosul, a Baghdad, a Hilla e a Bassora. Kamikaze, esplosioni e sparatorie hanno preso di mira civili e forze di sicurezza. Nella capitale ci sono stati sette attacchi contro checkpoint della polizia e dell’esercito. Le autorità irachene puntano il dito contro al Qaeda e “gruppi terroristi ben noti”, alcuni dei quali “hanno appoggi regionali e internazionali con l’obiettivo di influenzare il processo politico e democratico all’interno dell’Iraq”, ha spiegato il generale Qassim al Musawi, portavoce delle operazioni di sicurezza di Baghdad.
Così, mentre il nuovo governo è ben lontano dal formarsi e gli attentati aumentano, c’è chi chiede che venga creata una autorità provvisoria, che possa almeno svolgere una funzione di controllo.
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