Iraq, funerali per i mille morti nella fuga di massa dalla moschea di Kadhimiya
Baghdad (AsiaNews/Agenzie) Gli iracheni hanno partecipato in massa oggi a Baghdad ai funerali delle quasi mille vittime della calca scatenatasi ieri per un falso allarme kamikaze su un ponte sul Tigri trai pellegrini sciiti, in processione per una commemorazione religiosa. Oggi è il primo dei 3 giorni di lutto nazionale indetto dal governo iracheno. La tragedia ha oscurato persino la quotidiana carneficina della guerra. A Sadr City, quartiere sciita di Baghdad, tende provvisorie fungono da camere ardenti per i parenti delle vittime; la maggior parte dei copri verrà sepolta a Najaf, la città santa degli sciiti. L'Iraq è ormai abituato a simili stragi di civili, ma la tragedia di ieri ha comunque sconvolto il paese. Secondo le ultime cifre ufficiali i morti sono almeno 965. La strage è avvenuta in seguito alla fuga in massa da una moschea sciita per un allarme attentato, la ressa ha provocato il crollo di un ponte sul fiume Tigri. Il bilancio finale delle vittime, avvertono le autorità, potrebbe superare i mille morti; il conteggio dei cadaveri è fatto tra ospedali, obitori provvisori e le case delle famiglie sparse per la città.
Secondo le autorità irakene la tragedia, che rischia di innescare un conflitto tra le due comunità musulmane, sciita e sunnita è un "atto terroristico" compiuto dai fedeli di Saddam Hussein e da quelli di Musab al-Zarqawi, l'uomo di al Qaeda in Iraq.
Ieri, intanto, un sedicente gruppo sunnita ha rivendicato la responsabilità dei colpi di mortaio, precedenti la fuga dei pellegrini, e che hanno ucciso almeno 7 persone. Nel suo comunicato internet il 'Jaysh al-Taefa al-Mansura', dell' 'Esercito della setta vittoriosa', scrive: "Questa mattina i Mujahideen hanno attaccato il nido degli apostati (sciiti) a Kadhimiya con colpi di mortaio e (missili) Katyusha". La dichiarazione è apparsa su un sito web usato spesso da al Qaeda in Iraq per trasmettere i suoi messaggi.
Un paio d'ore dopo i colpi di mortaio, false voci intenzionali o meno - sulla presenza di un attentatore suicida hanno scatenato il panico, che ha portato alla fuga della folla sul ponte. Alcuni testimoni oculari indicano nella scarsa organizzazione del raduno la causa di un così alto bilancio di vittime. Comunque sia stato diffuso, l'allarme era credibile: negli ultimi 2 anni si erano già verificati attentati contro gli sciiti in occasione di ricorrenze religiose.
Il ministro irakeno della Salute, Abdul Mutalib Mohammad Ali, ha accusato quello dell'Interno e della Difesa dell'incidente di ieri. Secondo il premier Ibrahim al Jaafari i ministri hanno fatto il possibile per assicurare la sicurezza dei pellegrini e ha criticato Ali per le sue dichiarazioni pubbliche. Il primo ministro non ha considerato le richieste di sollevare i ministri dall'incarico.
13/07/2005
20/12/2022 12:12