Iraq, ancora violenze: Baghdad chiede all'Onu di mantenere la coalizione
Baghdad (AsiaNews/Agenzie) L'Iraq continua ad essere ogni giorno teatro di violenze contro civili e militari ed il suo governo chiede all'Onu di "mantenere" la coalizione guidata dagli Stati Uniti per cercare di accrescere la sicurezza.
Questa mattina un esponente del partito Dawa guidato dal primo ministro iracheno Ibrahim Jaafari è morto nel quartiere Qadissiah, nella parte sud di Baghdad: lo ha confermato una fonte del ministero dell'Interno. La stessa fonte ha aggiunto che la residenza di Hikmat Mussa Salamne - sottosegretario all'Interno - è stata assalita da uomini armati che hanno ferito 4 poliziotti. Il sottosegretario non era in casa, nella parte ovest della città, al momento dell'attacco.
Sempre nella capitale 2 poliziotti e 1 civile sono morti a causa dell'esplosione di un'autobomba guidata da un kamikaze. Secondo fonti del ministero dell'Interno vi sono 6 feriti. Il kamikaze ha diretto il veicolo contro un convoglio della polizia nel quartiere di Cholaa (nella parte nord-ovest della capitale). Quindici minuti più tardi una fuoristrada scortata da veicoli dell'esercito americano è saltata su un ordigno artigianale vicino allo stadio Chaab, nella parte sud-est di Baghdad.
Le violenze di questi giorni avvengono mentre il governo iracheno chiede al Consiglio di sicurezza dell'Onu il prolungamento del mandato della forza multinazionale. Ieri Hoshyar al Zibari, ministro degli esteri di Baghdad, ha scritto una lettera al Consiglio in cui spiega che "nonostante gli sforzi continui di costruire le nostre forze di sicurezza" queste non sono ancora in grado di "assumersi la piena responsabilità del mantenimento della sicurezza nazionale e della difesa dei confini". Il governo di Baghdad chiede dunque di mantenere la coalizione multinazionale a guida americana, perché il governo transitorio non è pronto a garantire la sicurezza del Paese senza l'apporto dei circa 138 mila militari americani e degli oltre 20 mila alleati.
L'operazione di ieri ad Haditha - in cui i marines dell'esercito americano hanno effettuato un rastrellamento insieme a truppe irachene - è l'ultima d'una serie di offensive congiunte lanciate nelle ultime settimane dalle forze americane e irachene contro la guerriglia: il 14 maggio, era stata completata l'offensiva Matador condotta al confine con la Siria - 125 nemici uccisi, decine arrestati - e il 22 era scattata un'operazione ad Abu Ghraib - un sobborgo di Baghdad - conclusa con l'arresto di 440 ribelli.