Iraniani arrestati a Bangkok miravano a "individui". Per Israele è opera di Teheran
Bangkok (AsiaNews) - La polizia di Bangkok ha dichiarato stamane che i due iraniani arrestati ieri, dopo una serie di esplosioni nella capitale, avevano in mente di colpire individui, ma non avevano la forza e le capacità professionali di colpire grandi edifici e gruppi affollati. I media israeliani e personalità del governo riaffermano che l'obbiettivo di tutti questi attacchi è Israele e che l'Iran vuole tornare ad essere una superpotenza.
Ieri, in una casa affittata a degli iraniani, è scoppiata una bomba, facendo saltare il tetto dell'edificio. Un uomo che fuggiva, ha lanciato oi due bombe e una di esse gli ha spezzato le gambe. Un altro inquilino della casa è stato fermato all'aeroporto.
La polizia thai ha trovato nella casa altre bombe, insieme a detonatori e calamite, ammettendo che in questo modo le bombe potevano essere "attaccate" a dei veicoli.
Proprio il giorno prima, a New Delhi, l'auto della moglie dell'ambasciatore israeliano è stata fatta saltare con un congegno simile, appiccicato all'auto da un motociclista.
Wichean Potephosree, capo del Consiglio thai di sicurezza, ha dichiarato che per ora essi non hanno trovato alcun legame fra le esplosioni di Bangkok e quella di Delhi. Si è certi però che il gruppo di iraniani stava pianificando un attentato contro individui e che il materiale usato non aveva potenza necessaria per attacchi su vasta scala.
Il canale 10 israeliano, citando autorità thai autonome, afferma che i due iraniani catturati hanno confessato di voler colpire interessi israeliani.
Per Ehud Barak, ministro israeliano della Difesa, "i tentati attacchi terroristi a Bangkok provano ancora una volta che l'Iran e i suoi alleati continuano a diffondere terrore".
Proprio ieri, Silvan Shalom, vicepremier israeliano - rivolgendosi ai giornalisti dopo un suo incontro con Ban Ki-moon - ha affermato all'Onu che l'Iran vuole ritornare alle glorie passate dell'impero persiano, cambiare tutti i regimi del Medio oriente e prendere il controllo di tutto il petrolio della regione, grazie anche al suo programma nucleare.
Da tempo Israele sta cercando di convincere la comunità internazionale della bontà di un attacco aereo contro basi atomiche iraniane per fermare il suo programma nucleare che Teheran rivendica essere solo pacifico.
Will Hurtley, capo della sezione "Terrorismo e Rivolte" alla Jane's, ha dichiarato a Bloomberg che "il fatto che i sospettati a Bangkok avevano un passaporto iraniano può offrire qualche sostegno alla tesi di Israele che l'Iran sta organizzando una campagna internazionale", ma "gli attacchi in India, Georgia e ora Thailandia sono tutti dilettanteschi e mancano della professionalità che ci si aspetterebbe da un'operazione eseguita da Hezbollah o dall'Iran".
Nessun commento finora da parte di Teheran.