Iran: la minoranza bahai nel mirino del regime iraniano
Teheran (AsiaNews/Agenzie) – In Iran la repressione del regime islamico non colpisce solo dissidenti e oppositori politici. Spesso finiscono nel mirino delle autorità anche le minoranze religiose, come quella bahai. Lo scorso 26 giugno, a Ivel – un villaggio nella provincia di Mazandaran - circa 50 case di fedeli bahai sono state demolite.
Un testimone dell’aggressione, Natoly Derakshan, racconta a Radio Farda che le abitazioni prima sono state date alle fiamme e poi distrutte da quattro bulldozer. “Abbiamo subito informato il governatore della provincia, ma nessuno è intervenuto per fermare la demolizione”, denuncia l’uomo, anche lui bahai.
L’incidente di giugno non è il primo che colpisce la più numerosa delle minoranze religiose dell’Iran, che conta circa 300mila fedeli. Alcuni cimiteri bahai erano stati dissacrati lo scorso 29 maggio nella città di Mashhad. Derakhshan racconta che i bahai erano già stati cacciati dalle loro abitazioni a Ivel nel 1983 e da allora non possono più risiedervi più in modo regolare. “Venne chiesto ai bahai di convertirsi all’islam – ricorda – al loro rifiuto furono picchiati e buttati fuori casa”. Da quell’episodio, stando a quanto riporta Radio Farda, i bahai devono ottenere un’autorizzazione annuale dal dipartimento Giustizia per tornare nelle loro abitazioni durante il periodo del raccolto. Il vicegovernatore provinciale ha dichiarato più volte che i contadini bahai sono un pericolo tumore per la società iraniana e come tale vanno rimossi.
La religione Bahai è stata fondata intorno al 1860 dal nobiluomo persiano Baha’u’llah, autonominatosi nuovo profeta e prosecutore dell’opera di Mosè, Gesù e Maometto. In contrasto quindi con l'affermazione islamica di Maometto ultimo profeta. La comunità è considerata eretica dalle autorità sciite iraniane ed è perseguitata fin dalla rivoluzione islamica del 1979. Il governo continua a sostenere che nel Paese tutti gli iraniani possono professare la loro fede e godere degli stessi diritti. In realtà, in oltre 30 anni di repressione, sono stati centinaia i fedeli bahai giustiziati o assassinati, e altrettanti quelli finiti in carcere; decine di migliaia sono stati privati di lavoro, pensione, attività commerciali. Tutte le loro istituzioni sono vietate e luoghi sacri, cimiteri e proprietà sono stati confiscati dal governo o distrutti. I giovani non possono iscriversi all’università, se non si dichiarano “islamici”.