Iran: dieci condanne a morte dopo processi di un giorno e senza testimoni
Human Rights Watch denuncia che il processo per gli attentati del 2005 nel Khuzistan non è stato equo e ne chiede l'annullamento. Uno dei condannati era in carcere al momento dell'attentato. L'Iran è il Paese con più condanne a morte, dopo la Cina.
Teheran (AsiaNews/Hrw) Il sistema giudiziario iraniano dà una nuova pessima prova del suo funzionamento. Human Rights Watch, la Ong per la tutela dei diritti umani, ha reso noto un altro caso eclatante, chiedendo la sospensione dell'esecuzione e la revoca della sentenza capitale di 10 cittadini, arrivata dopo un processo a porte chiuse, che non ha rispettato i diritti di difesa. Di uno dei procedimenti si è saputo che non è stato ammesso alcun testimone ed ha avuto la durata di un sol giorno.
Ora, il 9 novembre Abbas Jaafari Downlatabadi, capo del sistema giudiziario della provincia meridionale del Khuzistan, ha detto che la Corte suprema ha confermato la sentenza capitale contro 10 iraniani di origine araba, condannati per l'esplosione alcune bombe nella capitale provinciale Ahwaz nel 2005.
Ma Sarah Leah Whitson, direttore di Hrw per il Medio Oriente, denuncia che "il poco trasparente sistema giudiziale iraniano non assicura un processo equo e può deliberare una sentenza di morte dopo un dibattimento durato un solo giorno". Avvocati iraniani hanno confermato a Hrw che questo processo si è svolto a porte chiuse e senza la presenza di osservatori imparziali e indipendenti. Il processo è iniziato il 7 giugno e l'8 giugno la Corte rivoluzionaria di Ahwaz ha pronunciato la sentenza di morte contro Zamel Bawi, Jaafar Sawari, Risan Sawari e Abdulreza Nawaseri. Non è stato sentito nemmeno un testimone. Si ignora la data del processo degli altri condannati.
Secondo fonti locali uno dei condannati, Nazem Bureihi, è detenuto dal 2000 con una pena di 35 anni di carcere per "ribellione contro lo Stato". Whitson commenta che non capisce "come possa essere accusata di attentato una persona che all'epoca era in prigione".
Negli ultimi due anni nel Khuzistan ci sono stati disordini, causati dai due milioni di cittadini arabi della provincia. I disordini di piazza sono esplosi il 15 aprile 2005 ad Ahwaz, dopo la pubblicazione di una lettera di Mohammad Ali Abtahi, consigliere dell'allora presidente Mohammad Khatami, che ha rivelato una politica per ridurre la presenza dell'etnia araba nella zona. La polizia ha sparato contro i manifestanti e ci sono stati scontri violenti, che si sono diffusi ad altre città. Il giorno dopo Abtahi ha dichiarato che la lettera era "un falso". Ma le proteste sono proseguite e nel giugno 2005 sono esplose quattro bombe ad Ahwaz e altre due a Teheran, con 10 morti e almeno 90 feriti. Ad Ahwaz sono esplose altre bome nell'ottobre 2005 e a gennaio 2006, con 12 morti. Il governo dall'aprile 2005 ha arrestato centinaia di iraniani arabi.
L'Iran è il secondo Paese che esegue più condanne di morte al mondo, dopo la Cina. (PB)
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