Iran: cristiani in prigione da tre mesi per attività di evangelizzazione
Un gruppo di nove cristiani arrestati a Hamadan sono in prigione, dopo essere stati tenuti in isolamento senza un’accusa specifica. I media parlano di “sionisti cristiani”. La colpa principale pare sia quella di fare dei convertiti.
Teheran (AsiaNews/Agenzie) – Nove cristiani sono in prigione da tre mesi in Iran senza che sia stata ancora elevata un’accusa precisa nei loro confronti. Il giorno del loro arresto, il 19 settembre, la televisione di Stato affermava: “Un gruppo di nove cristiani sono stati arrestati a Hamadan con l’accusa di attività di evangelizzazione”. Fonti locali riportavano dichiarazioni dei servizi di sicurezza, secondo i quali scopo del gruppo era distruggere la Repubblica islamica dell’Iran. Nel testo ci si riferiva varie volte ai nove definendoli “Sionisti cristiani”.
I nomi di quattro di loro (di cinque è ignota l’identità) sono Vahik Abrahamian sua moglie Sonia Keshish Avanessian (armeno-iraniani), Arash Kermanjany e Arezou Teimouri, iraniani di lingua farsi. Le forze di sicurezza secondo il reportage hanno fatto irruzione nella casa di Abrahamian e l’hanno arrestato, con sua moglie e altri due convertiti cristiani che erano suoi ospiti. La casa è stata perquisita, e gli agenti hanno raccolto vari oggetti personali. Più tardi il gruppetto è stato condotto in un luogo sconosciuto.
Altri convertiti cristiani sono stati fermati e interrogati a Karaj, Teheran e Hamadan; alcuni di loro sono stati rilasciati dopo aver garantito che avrebbero cessato le attività di evangelizzazione. I quattro arrestati ad Hamad invece sono stati incarcerati nella prigione di Hamadan, nella Quarta sezione, e nella sezione femminile. Tutti sono stati messi in isolamento per quaranta giorni prima di essere trasferiti alla prigione di Hamadan, e in quel periodo non hanno potuto essere contattati dalle famiglie. Ma le autorità giudiziarie nel frattempo non hanno ancora spiegato perché sono stati incarcerati, né hanno elevato accuse specifiche nei loro confronti.Vedi anche