Iran, epidemia di femminicidi: ogni due giorni una donna uccisa per ‘onore’
L’ultimo caso nei giorni scorsi, con una 30enne ammazzata dal marito che voleva lasciare per le continue violenze domestiche. Un’altra ragazza colpita da padre e fratello mentre reggeva fra le braccia il bambino piccolo. Secondo alcuni studi oltre 130 donne uccise dal marzo scorso. Almeno 74mila le denunce per abusi e violenze, ma i numeri potrebbero essere di 100 volte superiori.
Teheran (AsiaNews) - L’uccisione di una donna di 30enne per mano del marito avvenuta nei giorni scorsi nella provincia settentrionale del Golestan, all’interno di un matrimonio caratterizzato da abusi e violenze, è solo l’ultimo episodio di una lunga scia di sangue. E i numeri sono drammatici: ogni due giorni nella Repubblica islamica si registra un femminicidio, o un “delitto d’onore” come viene chiamato in ambito familiare, con un’incidenza tale da costringere attivisti e gruppi pro-diritti umani iraniani una vera e propria “epidemia” che il più delle volte resta impunita.
Secondo quanto riferisce IranWire, l’ultima vittima si chiamava Fatemeh Badali, era madre di due figli ed è stata assassinata mentre era tornata nella dimora coniugale - che aveva da poco lasciato - per raccogliere alcuni effetti personali. Il marito, attualmente in fuga e ricercato dalla polizia, l’ha attaccata a più riprese con un’ascia prima di sferrare il colpo finale alla testa con un mattone. Un omicidio crudele, compiuto davanti ai figli che hanno assistito impotenti alla scena. Alcuni conoscenti descrivevano la moglie come “donna gentile e laboriosa”, che ha sopportato per anni in silenzio le violenze domestiche per restare vicina ai bambini. Tuttavia, di recente aveva deciso di tornare nella casa di origine dai propri genitori, presentando al contempo l’istanza per il divorzio.
Studi indipendenti riferiscono di almeno 136 donne uccise da membri della famiglia da marzo 2024 e, pur mancando dati ufficiali, la tendenza è all’aumento. A fine gennaio in due diversi episodi altrettante giovani di 17 anni chiamate Kani Abdollahi e Atefeh Zaghibi sono morte - una accoltellata e l’altra a colpi di arma da fuoco - dal padre e dal padre assieme al fratello. Nel secondo caso, la ragazza è stata uccisa mentre reggeva il figlio piccolo fra le braccia.
Secondo un rapporto di Radio Farda (RFE/RL), almeno 133 donne e ragazze sono state uccise nell’ultimo anno per questioni di “onore” o altri motivi da mariti, padri e fratelli, mentre solo in tre casi gli autori sono persone estranee alla famiglia, in casi di furto o violenza sessuale. E solo uno ha riguardato un cittadino straniero. Nella gran parte dei casi la vittima è colpita per atti che “sono contrarie a tradizioni della società, richieste religiose o reputazione della famiglia”. Nel caso di Abdollahi, la ragazza è stata uccisa il 25 gennaio per la sua “amicizia” con un giovane. I media iraniani hanno riferito che la morte di Zaghibi, avvenuta il 29 gennaio per mano del padre e del fratello, è avvenuta dopo che la ragazza era fuggita due anni fa dalla casa propria.
Non esistono statistiche ufficiali sugli omicidi domestici in Iran e, secondo il gruppo Iran Human Rights, spesso gli omicidi di donne non vengono denunciati o vengono falsamente segnalati come “suicidi” o “incidenti”. Il quotidiano iraniano Shargh ha riferito che almeno 165 donne tra il 2021 e il 2023 sono state uccise da familiari uomini; un dato che, se rapportato ai 136 per il 2024 (0 133 per Farda), mostra una tendenza in deciso aumento.
Alle uccisioni si sommano anche gli oltre 74mila casi in cui le donne - secondo statistiche ufficiali - si sono recate negli ambulatori o consultori per esami fisici in seguito ad abusi o violenze da parte del coniuge. In realtà, secondo le stime di ricercatori e attivisti per i diritti, il numero effettivo di casi di violenza domestica nella Repubblica islamica è molto più elevato. Analisi indipendenti parlano di un dato complessivo fino a 100 volte superiore rispetto ai numeri governativi legati a denunce effettuate dalle vittime. Inoltre, una ripartizione dei 133 casi di omicidio familiare nel 2024 mostra che 51 sono classificati come “dispute familiari”, frutto di una tendenza più ampia in Iran, in cui le autorità cercano di nascondere i delitti d’onore dalle statistiche ufficiali riportandoli in modo errato. Analogo approccio viene utilizzato per gli stupri, che sono spesso classificati come “molestie” nei rapporti dei media statali e della polizia.
La legge iraniana si basa sui dettami e sulle pratiche della shari’a, la legge islamica. Queste regole spesso danno a padri e mariti il potere di decidere se e come le persone che uccidono le donne della loro famiglia debbano pagare per il crimine commesso, consentendo sentenze clementi se coloro che decidono la punizione sono coinvolti nell’omicidio o lo hanno condonato. Del resto l’articolo 630 del Codice penale iraniano stabilisce che “se un uomo vede la moglie commettere adulterio con un uomo e sa che la moglie è consenziente, può uccidere entrambi allo stesso tempo; se la donna è innocente, può uccidere solo l’uomo”.