Iran, al ballottaggio per il presidente
Teheran (AsiaNews/Agenzie) Il 69% dell'elettorato, circa 32 milioni di aventi diritto al voto su un totale di 47 milioni, sono accorsi ieri, 17 giugno, alle urne in Iran per scegliere il presidente. Dovranno farlo di nuovo venerdì prossimo - 24 giugno - poiché per la prima volta si dovrà ricorrere al ballottaggio: nessuno dei 7 candidati ha raggiunto il 50% richiesto come quorum per l'elezione diretta. L'annuncio è arrivato oggi dal ministero dell'Interno.
Fallito il boicottaggio del voto proposto da dissidenti e movimento studentesco come protesta contro il divieto di partecipare alle elezioni , sancito dal Consiglio dei guardiani della Rivoluzione, per le donne e numerosi riformisti.
Secondo lo spoglio delle schede il favorito per la successione a Mohammed Khatami, Akbar Hashemi Rafasanjani, non è riuscito ad assicurarsi una maggioranza del 50% e 5 dei 7 candidati sono staccati fra loro di pochi punti percentuali. Il Consiglio dei guardiani, organo ultraconservatore che supervisiona la consultazione popolare, ha reso noti i risultati parziali: con circa l'80% dei ben 32 milioni di schede scrutinate Rafsanjani è al 20,7%. Il ballottaggio di venerdì prossimo, il primo dalla nascita della Repubblica islamica, nel 1979, potrebbe vedere l'ex presidente sfidare il conservatore Mahmoud Ahmadinejad, che ha il 19,4%. Ancora speranze per il riformista Mehdi Karroubi, con il 17,3%. L'ex capo della polizia Mohammad Baqer Qalibaf, un altro conservatore, è al 14,2%, praticamente alla pari con il riformista ex ministro dell'Educazione, Mustafa Moin (14,1) considerato alla vigilia il rivale più insidioso per Rafsanjani. Gli altri sono: Ali Lariani, conservatore, con il 5,4% e il riformista, Mohsen Mehralizadeh, con il 4,5%.
L'annuncio del voto ha subito suscitato polemiche, che hanno richiesto l'intervento dell'attuale presidente Mohammad Khatami. Il ministero dell'Interno infatti ha criticato l'iniziativa del Consiglio dei Guardiani, di trasmettere i primi risultati delle elezioni affermando che questa è una sua prerogativa. Khatami ha ribadito che "i prossimi risultati ufficiali saranno resi noti dal ministero e che il Consiglio non farà altri annunci". Il ministero ha interpretato l'episodio come una manovra dei religiosi islamici, che compongono il Consiglio, per favorire il candidato ultra-conservatore Ahmadinejad.