"Inviato speciale" del Papa visita i tre cattolici condannati a morte; le foto
Il presidente di Giustizia e Pace a Manado, presente all'incontro di domenica, invia le immagini di quel momento ad AsiaNews. Il sostegno internazionale alla causa di "Tibo e compagni".
Palu (AsiaNews) La visita del vescovo di Manado, in veste di "inviato speciale" del Papa, ai tre cattolici indonesiani condannati a morte ha infuso ai detenuti "grande coraggio nell'affrontare il loro incerto destino". A raccontare l'incontro del 19 marzo tra Fabianus Tibo, Marianus Riwu, Dominggus da Silva e mons. Joseph Suwatan è p. Benny Salombre, presidente della Commissione Giustizia e Pace della diocesi di Manado, Sulawesi del nord. Lo stesso p. Salombre ha inviato ad AsiaNews le foto che pubblichiamo.
Il sacerdote, che ha accompagnato il presule nel carcere di Palu dove sono detenuti i tre, riferisce che la visita "ha dato loro sostegno per sopportare le sofferenze accresciute dalle recenti voci sulla imminente esecuzione".
Tibo, 60 anni, Riwu, 48 e da Silva, 42 sono condannati come responsabili di un massacro di musulmani avvenuto nel 2000 a Poso all'interno degli scontri interreligiosi che hanno insanguinato la zona fino al 2001. Il loro processo è stato segnato da intimidazioni di estremisti islamici e i giudici non hanno ascoltato i testimoni della difesa, che scagionano i tre cattolici.
Benedetto XVI non è l'unico a sostenere la causa di "Tibo e compagni", come ormai sono conosciuti i tre amici. Da subito nel Paese si sono mossi a loro favore attivisti per i diritti umani cristiani e musulmani, sia a livello nazionale che internazionale.
Amnesty international ha lanciato un appello per la cancellazione della pena capitale diretto al presidente Susilo Bambang Yudhoyono. Sempre al capo di Stato ha scritto anche il vescovo di Manado, nella cui diocesi rientra Poso; il suo gesto ha mobilitato la comunità cristiana nel Paese. Un gruppo di avvocati di diverse religioni, conosciuto come Padma, si è offerto di rappresentare i tre, ha trovato nuovi testimoni a loro favore e chiesto la riapertura del caso alla Corte Suprema. Campagna Giubileo, un movimento composto da cristiani protestanti, ha lanciato una raccolta di firme a favore di un gesto di clemenza per i tre cattolici.
Ad appoggiare la causa di Tibo anche Nawawi S. Kilat, un esponente di spicco della comunità musulmana di Poso e anche uno dei firmatari degli accordi di pace di Malino, del dicembre 2001, che hanno posto fine al conflitto religioso. Anche il capo del Sinodo protestante delle Sulawesi, il reverendo Rinaldy Damanik, ha chiesto ulteriori indagini, in particolare per approfondire il ruolo delle 16 persone indicate dai tre condannati come responsabili degli scontri.
Un "importante ruolo" nel far conoscere l'ingiustizia subita da Tibo e compagni a livello internazionale è stato giocato pure da AsiaNews, secondo quanto dichiara mons. Suwatan. (BR - MA)