07/08/2007, 00.00
CINA
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Investimenti e disastri ambientali: i due volti delle Olimpiadi

Aeroporto raddoppiato, nuove strade, alloggi e impianti sportivi all’avanguardia: Pechino spenderà più del doppio di quanto sborsato da Atene nel 2004. Nonostante gli slogan di facciata, per molti cinesi le Olimpiadi “più che un sogno sono già un incubo”.

Pechino (AsiaNews) – “New Beijing, Great Olympics” è lo slogan con cui gli organizzatori dei giochi di Pechino celebrano il volto nuovo della capitale cinese: impianti all’avanguardia, ristrutturazione dei centri già esistenti, nuove infrastrutture realizzate ad hoc per un investimento totale di 200 miliardi di dollari: dietro il lustro di facciata, però, rimangono molti problemi irrisolti.

Per i giochi sono in costruzione 11 nuovi impianti, altrettanti sono in fase di “restyling”, mentre 8 quelli “temporanei” utilizzati solo nei giorni delle competizioni, come il circuito ciclistico cittadino. Sia le nuove strutture, sia quelle preesistenti verranno ultimate entro la fine dell’anno a eccezione dello Stadio Nazionale (meglio conosciuto come “nido d’uccello”): ospiterà la cerimonia inaugurale, le gare di atletica e le partite di pallone, ha una capacità di 91mila posti a sedere, costerà mezzo miliardo di dollari e verrà ultimato nelle prime settimane del 2008.

Profonde modifiche anche per la rete viaria: per consentire un flusso regolare del milione e mezzo di turisti previsti a Pechino è in fase di costruzione una nuova ala dell’aeroporto che ne raddoppierà la grandezza, per un investimento anche in questo caso a nove zeri: 3,6 miliardi di dollari la spesa complessiva. Per gestire il traffico spesso congestionato, sono stati progettati nuovi collegamenti, strade e sottopassaggi per una spesa totale di 9 miliardi di dollari. Verrà potenziato il trasporto pubblico applicando sconti dell’80% sul prezzo dei biglietti, mentre durante le competizioni verrà diminuito in maniera drastica il numero dei veicoli a motore che potranno circolare nelle aree di maggior interesse: più della metà degli impianti sportivi e il villaggio olimpico sono infatti concentrati in una piccola area a nord-est della capitale, chiamata “Olympic Green”.

Verde, natura, lotta all’inquinamento sono un altro esempio della meticolosa opera di preparazione ai giochi: da due anni gli scienziati del Paese cercano di dissipare la coltre di smog che avvolge la città (nel 2007 gli investimenti per il controllo dell’inquinamento raggiungeranno quota 3 miliardi di dollari), mentre dal 2002 – anno in cui sono stati assegnati i giochi a Pechino – a oggi sono stati piantati più di 200 milioni di nuovi alberi. Proibita la circolazione a 15mila taxi e 300 bus perché dichiarati “non in regola” con le emissioni di idrocarburi e disposta la chiusura di “industrie chimiche altamente inquinanti”.

Miliardario il giro di affari legato a marchi e pubblicità: si calcola che nei prossimi 12 mesi gli sponsor ufficiali spenderanno almeno 2 miliardi di dollari per sfoggiare il logo olimpico sui propri prodotti; un vero affare, se si calcola che il 68% dei cinesi dicono di essere “maggiormente attratti da prodotti che sponsorizzano i giochi”. Unica nota spese in controtendenza rispetto ad Atene il capitolo legato alla sicurezza: “solo” 2,6 i miliardi di dollari investiti a salvaguardia di atleti e pubblico, circa la metà di quanto speso nel 2004.

A dispetto delle celebrazioni di facciata, restano ancora molti i problemi irrisolti e l’inquinamento è solo uno fra i tanti: secondo attivisti per i diritti umani le opere di ammodernamento della città hanno comportato oltre 1 milione (alcune fonti dicono 1 milione e mezzo) di espropri forzati a fronte di risarcimenti irrisori. Molte persone sono rimaste senza un tetto sotto il quale vivere.

Durante le Olimpiadi del prossimo anno, inoltre, non si potrà bere acqua dai rubinetti se non si alloggia all’interno del villaggio olimpico. L’avvertimento arriva dalle autorità, le quali ammettono che i miliardi spesi per pulire e modernizzare la capitale cinese non sono bastati per garantire acqua potabile per tutti. Il 16 aprile scorso si è tenuta una manifestazione di un gruppo di residenti che protestavano contro la costruzione di cabine elettriche ad alto voltaggio nei pressi delle loro abitazioni, necessarie per garantire l’elettricità. Numerosi i casi di corruzione, fra i quali ha fatto scalpore quello che ha coinvolto il vice sindaco di Pechino, Liu Zhihua, arrestato l’11 giugno scorso per aver intascato tangenti e per una condotta di vita “decadente”.

Il governo ha puntato molto sui giochi per affermarsi a livello mondiale e, per la prima volta, mira a scalzare gli Stati Uniti dal gradino più alto del podio per numero di medaglie vinte. A un anno di distanza difficile fare previsioni, ma Pechino può già vantare un triste primato: con 142 microgrammi di CO2 per metro cubo d’aria è la città più inquinata al mondo. La possibilità che Pechino possa raggiungere l’obiettivo di un’aria di qualità accettabile per i Giochi è dunque in serio pericolo: ad aprile vi sono stati solo 11 giorni di cielo pulito, il peggior risultato degli ultimi cinque anni. Nei primi quattro mesi dell’anno si sono avuti solo 51 giorni al di sotto della soglia minima di inquinamento e per arrivare all’obiettivo previsto dal comitato olimpico (239 giorni di aria dalla “qualità accettabile” in un anno) la capitale ha bisogno di avere cielo pulito per almeno 22 giorni al mese nei successivi sette.“One world, One dream” lo slogan ufficiale delle Olimpiadi 2008, ma per molti cinesi questo sogno si è già trasformato in un incubo.

 

 

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