Introdotti maggiori controlli per impedire speculazioni sullo yuan
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Lo yuan perde sul dollaro per il terzo giorno consecutivo, dopo che la Cina ha approvato ieri le nuove regole per controllare i flussi di capitali e impedire manovre speculative sulla sua valuta. Le autorità di controllo ora hanno maggiori poteri di indagine sui pagamenti in contanti, mentre i trasferimenti di valuta straniera non autorizzati sono colpiti con sanzioni fino al 30% del valore.
La State Administration of Foreign Exchange ha spiegato che “con la internazionalizzazione dell’economia cinese e il maggior movimento di capitali esteri, occorre un maggior controllo”, specie sulle operazioni compiute da ditte multinazionali. La grande preoccupazione sono gli spostamenti solo apparenti di capitali, per fini speculativi, che possono accelerare l’inflazione; come pure l’introduzione nel Paese di capitali esteri non autorizzati. Manovre speculative rese appetibili dalla forte e costante crescita dello yuan rispetto al dollaro Usa. Pur in assenza di dati ufficiali, la statale Xinhua parla di operazioni puramente speculative pari a 147,9 miliardi di dollari da gennaio a maggio 2008. A luglio il valore dello yuan rispetto al dollaro è rimasto quasi invariato, ma nel trimestre precedente ha guadagnato circa il 2,3%.
Analisti osservano che questo maggior controllo causerà “minor domanda di cambio da dollari a yuan e rallenterà l’apprezzamento della valuta cinese”.
Il problema dei flussi speculativi è comune per le grandi economie emergenti, la cui valuta si apprezza con velocità come conseguenza della forte e costante crescita economica. Anche la rupia indiana registra in questi giorni una forte crescita, spinta dall’euforia per i buoni risultati del mercato azionario di Mumbai e per la diminuzione del prezzo del petrolio. E si prevedono nuovi afflussi di capitali e un’ulteriore apprezzamento nel breve periodo. Ma questi Stati debbono evitare le manovre speculative che causano inflazione senza apportare effettiva ricchezza: cosa ancora più grave in u n Paese come l’India che importa circa il 70% del fabbisogno energetico e si prevede che il 2008 debba importare petrolio per 8 miliardi di dollari al mese, rispetto ai 5,5 miliardi del 2007.
10/04/2008