Intesa e unità fra cristiani, per la pace e lo sviluppo del Myanmar
di Yaung Ni Oo
Sono i due principi che hanno ispirato il secondo Corso di formazione sull’ecumenismo, organizzato dall’arcidiocesi di Yangon. Mons. Bo invita i cristiani a lavorare per il cammino democratico del Paese e i leader politici ad ascoltare le indicazioni dei capi religiosi.
Yangon (AsiaNews) – Intesa reciproca e unità: sono i due principi ispiratori del secondo Corso di formazione sull’ecumenismo, organizzato il 20 settembre scorso dall’arcidiocesi di Yangon e al quale hanno partecipato circa 100 cristiani birmani. Introducendo l’incontro mons. Charles Bo, arcivescovo della ex capitale del Myanmar, ha sottolineato “il desiderio e la necessità di promuovere un’intesa reciproca e l’unità” fra i fedeli; secondo il prelato i due elementi sono fondamentali per “lavorare insieme sulle questioni pastorali e sociali”. Un appello raccolto da U Tin Maung Win, leader della chiesa Battista nella cittadina di South Dagon, secondo cui il corso di formazione “aiuta il dialogo, la discussione in seno alle chiese cristiane e favorisce il lavoro nel futuro”.
Durante l’incontro i leader religiosi hanno ricordato più volte l’importanza di un coinvolgimento della comunità cristiana nella costruzione del Paese, che ha avviato un lento cammino verso principi democratici e riforme economiche dopo decenni di dittatura militare (cfr. AsiaNews 2/09/2011 Aung San Suu Kyi: sguardo “vigile” sui cambiamenti politici in Myanmar). Un elemento ripreso dallo stesso arcivescovo Bo, secondo cui la Chiesa deve svolgere un ruolo attivo – insieme alla leadership politica – nel perseguire i cambiamenti auspicati nella ex-Birmania.
“I leader politici – ha affermato l’arcivescovo di Yangon – devono assolutamente invitare i leader religiosi a unire le forze per migliorare la situazione della nazione” ma, aggiunge il prelato, spesso sembrano non volere questo aiuto. “La religione in Myanmar – continua – è radicata nel profondo della nostra cultura. Per questo chi si occupa di politica ai massimi vertici deve saper ascoltare i capi di tutte le religioni”.
L’incontro che ha coinvolto un centinaio di leader cristiani si è tenuto presso la cattedrale anglicana della Santissima Trinità, in concomitanza con la Giornata internazionale della pace indetta dalle Nazioni Unite. Daw Yin Yin Maw, presidente del Consiglio delle chiese birmane, ha invitato i fedeli a “continuare a pregare per la pace nel Paese”. “Non dobbiamo rimanere isolati – ha commentato la donna – in un periodo di grandi cambiamenti”. La leader cristiana giudica in modo “positivo” i passi intrapresi, anche se vengono compiuti con molta “lentezza” e la direzione futura “non è molto chiara”.
Durante l’incontro i leader religiosi hanno ricordato più volte l’importanza di un coinvolgimento della comunità cristiana nella costruzione del Paese, che ha avviato un lento cammino verso principi democratici e riforme economiche dopo decenni di dittatura militare (cfr. AsiaNews 2/09/2011 Aung San Suu Kyi: sguardo “vigile” sui cambiamenti politici in Myanmar). Un elemento ripreso dallo stesso arcivescovo Bo, secondo cui la Chiesa deve svolgere un ruolo attivo – insieme alla leadership politica – nel perseguire i cambiamenti auspicati nella ex-Birmania.
“I leader politici – ha affermato l’arcivescovo di Yangon – devono assolutamente invitare i leader religiosi a unire le forze per migliorare la situazione della nazione” ma, aggiunge il prelato, spesso sembrano non volere questo aiuto. “La religione in Myanmar – continua – è radicata nel profondo della nostra cultura. Per questo chi si occupa di politica ai massimi vertici deve saper ascoltare i capi di tutte le religioni”.
L’incontro che ha coinvolto un centinaio di leader cristiani si è tenuto presso la cattedrale anglicana della Santissima Trinità, in concomitanza con la Giornata internazionale della pace indetta dalle Nazioni Unite. Daw Yin Yin Maw, presidente del Consiglio delle chiese birmane, ha invitato i fedeli a “continuare a pregare per la pace nel Paese”. “Non dobbiamo rimanere isolati – ha commentato la donna – in un periodo di grandi cambiamenti”. La leader cristiana giudica in modo “positivo” i passi intrapresi, anche se vengono compiuti con molta “lentezza” e la direzione futura “non è molto chiara”.
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