Iniziative di due parrocchie per il sostegno ai migranti di Ho Chi Minh City
Si conclude domani la settimana di attività pastorali e sociali per coloro che la forte crescita economica tiene ai margini. Per i bambini ci sono scuola, catechismo e giochi, che danno serenità a chi è costretto a stare tutto il giorno fuori di casa.
Ho Chi Minh City (AsiaNews) – Si conclude domani la settimana dedicata alle attività pastorali e sociali per i migranti, in particolare con la preghiera, organizzata dalle parrocchie di San Paolo nel distretto di Binh Tan e di Xuan Hiep, nel distretto di Thu Duc, nell’arcidiocesi di Saigon.
La città ha attualmente circa 7 milioni di abitanti, tra loro ci sono quasi due milioni di migranti, che includono dei cattolici. Svolgono lavori diversi, operai, venditori di biglietti delle lotterie, camerieri, parrucchieri, spazzini; fanno piccoli affari o hanno lavori a tempo. La maggior parte di loro deve affittare case che servono per la sopravvivenza non solo per loro, ma anche per i bambini che vivono con loro o che sono rimasti nelle terre d’origine con la moglie o il marito o i loro parenti. Tutto cambia nei loro pensieri.
Un uomo della provincia di Quang Nam, nel centro del Vietnam, parla ad AsiaNews della “competitività della città. Non riesco a provvedere ai miei bambini, a casa. Stanno affrontando tante difficoltà: oltre a quelle materiali, si debbono confrontare con i mali sociali. Non hanno la possibilità di promuovere la loro vita spirituale. Voglio guadagnare per andare a casa”.
I bambini delle famiglie migranti non hanno la possibilità di andare a scuole e nemmeno di imparare il catechismo. Così i sacerdoti delle parrocchie hanno organizzato dei brevi corsi, spiegano la vocazione e inseriscono attività pastorali e sociali per loro.
“Io – dice una giovane di 34 anni, Nguyen Thi H. – vengo dalla provincia di Quang Nam; mio marito e mia figlia erano in città dal 2004. Lavorando da un anno, come muratore, per un ditta privata di costruzioni, mio marito ha preso una tubercolosi polmonare e non può più lavorare. Così spno io a dovermi occupare della famiglia. Ogni giorno, dal mattino presto alla sera tardi, vendo biglietti della lotteria. Non ho abbastanza soldi per pagare la scuola di mia figlia. Fortunatamente la parrocchia di San Paolo, che è vicino a casa mia, svolge attività pastorali e sociali per i bambini immigrati. Mia figlia, che ha 12 anni, studia in una classe sostenuta della parrocchia. Le offrono i costi dell’insegnamento e la retta, i quaderni ed il resto. Studia anche il catechismo e fa parte di un gruppo di bambini che pregano e giocano insieme. Tutto questo mi ha reso felice e tranquilla. Tento di guadagnare 50mila dong al giorno (circa 3 dollari, ndr) per le nostre necessità e per le cure di mio marito. Prego perché mio marito ce la faccia”.
Al giorno d’oggi, in Vietnam, le attività economiche si sviluppano rapidamente, ma quelle sociali e culturali scarseggiano e non ci si pensa. Così crescono i problemi sociali come le crisi familiari, la mancanza di cure dei figli da parte di famiglie e genitori, la droga, l’Aids, la convivenza prematrimoniale e l’aborto da parte dei giovani.
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