Inizia la corsa agli armamenti nello spazio
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – La Cina ha provato con successo un missile spaziale anti satellite, distruggendo un suo vecchio satellite in orbita. Stati Uniti e altri Paesi sono preoccupati che ciò significhi una nuova corsa agli armamenti spaziali e la fine di ogni collaborazione pacifica. Ma esperti parlano di pura azione dimostrativa da considerare nel lungo periodo.
Gordon Johndroe, portavoce del Consiglio nazionale Usa per la sicurezza, ha detto ieri che l’11 gennaio la Cina ha lanciato dal Centro spaziale di Xichang (Sichuan) un missile balistico di medio raggio e ha colpito a circa 865 km. dalla terra il proprio vecchio satellite meteorologico Feng Yun 1 C, in orbita dal 1999. Il satellite distrutto ha sparso una fitta nuvola di decine di migliaia di detriti con diametro da 1 a 10 cm, che esperti temono rechino disturbo e pericolo per gli altri satelliti.
“Gli Stati Uniti – ha detto Johndroe – ritengono che lo sviluppo e la sperimentazione di simili armi da parte della Cina non sia compatibile con lo spirito di cooperazione cui entrambi i Paesi aspirano nello spazio aereo civile”. Proteste anche dell’Australia che paventa il rischio di una “corsa agli armamenti nello spazio esterno”. Il Giappone ha espresso “preoccupazione” tramite il capo di gabinetto Yasuhisa Shiozaki e ha chiesto alla Cina quali siano “le sue intenzioni”.
Esperti osservano che da tempo la Cina appare impegnata ad affermare nel lungo periodo la sua superiorità militare sull’intera Asia. Dal 1990 al 2005 la spesa militare è cresciuta ogni anno del 9,6% annuo e per il 2006 è stata di 35,9 miliardi di dollari Usa, contro i 31,3 miliardi del 2005. Ma esperti Usa la stimano pari almeno al doppio dei dati ufficiali. Negli ultimi anni la spesa ha riguardato anzittutto marina, forze aeree e il nucleare. All’inizio del mese la Cina ha mostrato al mondo i nuovi aerei jet Jian 10 e ha detto di avere la tecnologia per costruire navi portaerei e missili intercettori aria-aria.
Il test sul satellite, comunque, non coglie di sorpresa Washington: a ottobre il presidente George W. Bush ha dichiarato che la sicurezza del Paese “dipende in modo critico dalle risorse nello spazio e questa dipendenza aumenterà” e ha affermato il diritto di negare l’accesso allo spazio ad avversari che abbiano propositi ostili. Già ad agosto Donald M. Kerr, direttore dell’Ufficio per la National Recoinnasance, aveva rilevato che un satellite Usa era stato attinto dalla luce di un laser della Cina e molti avevano commentato trattarsi di test per accecare i satelliti spia Usa. Durante la Guerra fredda l’allora presidente Ronald Reagan propose di creare uno scudo spaziale di difesa con l’uso di raggi laser per “intercettare e distruggere” i missili. Ma questo programma “Guerre stellari” fu abbandonato nel 1993. Ora si teme una recrudescenza della “Guerra fredda” e una minore collaborazione internazionale e commerciale nella ricerca aereo spaziale.
Il test arriva mentre la Cina sostiene il tentativo delle Nazioni Unite di organizzare una conferenza internazionale per discutere il pericolo di una prossima corsa agli armamenti nello spazio. Gli Stati Uniti si oppongono, dicendo che non vi è alcuna corsa alle armi spaziali.
L’ultimo test antisatellite risale al 1985. Poi tutte le Nazioni hanno ufficialmente cessato la corsa alle armi spaziali, preoccupate per le conseguenze. La vita moderna dipende sempre più dai satelliti in orbita, utilizzati per scopi militari ma anche per le reti di comunicazione governative e commerciali di ogni tipo e l’accesso a internet. Peraltro i più importanti satelliti Usa per le comunicazioni sono in orbita a oltre 35 mila km. di altezza e fonti ufficiali non ritengono che la Cina sia in grado di colpirli.
La Cina nel 2003 è diventata la terza Nazione in grado di mandare una persona in orbita nello spazio e vuole inviare una sonda sulla luna entro il 2017. (PB)