Influenza aviaria: servono subito 1,5 miliardi di dollari per fermare il contagio
Aperta a Pechino la conferenza dei donatori, per la prevenzione e la cura soprattutto nei Paesi poveri dell'Asia. Nuove morti in Indonesia e in Turchia. Un caso sospetto a Gerusalemme.
Pechino (AsiaNews/Agenzie) - Si è aperta oggi a Pechino la Conferenza internazionale dei donatori per l'influenza aviaria e umana, ai quali l'Onu chiede 1,5 miliardi di dollari per combattere il contagio. Intanto sono confermate nuove morti in Indonesia e in Turchia. Ricoverato un contadino a Gerusalemme.
La Conferenza, organizzata da Cina, Unione europea e Banca mondiale (Bm), vuole concordare e coordinare gli aiuti economici agli Stati poveri per combattere la malattia, aiuti già promessi nella Conferenza di Ginevra nel novembre 2005. I partecipanti, provenienti da 89 Stati e da 25 organizzazioni internazionali, ammettono che l'influenza aviaria riguarda l'intero mondo e che occorre un importante aiuto agli Stati poveri - l'Onu chiede 1,5 miliardi di dollari Usa - soprattutto per Vietnam, Cambogia, Indonesia, Laos e Thailandia dove il virus appare endemico, per migliorare la situazione sanitaria e i controlli veterinari. La Bm ha approvato finanziamenti per 500 milioni e l'Ue ha promesso 100 milioni. L'Indonesia chiede 500 milioni di dollari per risarcire gli agricoltori e abbattere i polli per impedire il contagio. La ditta farmaceutica Roche ha messo a disposizione dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) 50 milioni di dosi di Tamiflu, sufficienti per 5 milioni di persone.
"Viviamo nello stesso pianeta - ha ricordato nel saluto inaugurale Qiao Zonghuai, vice ministro cinese degli Esteri - e i nostri destini sono interdipendenti. Nella lotta contro l'influenza aviaria, nessun Paese può sentirsi immune. Come diciamo in Cina: Quando il cesto è rovesciato, nessun uovo si è salvato". "Ma in molti Paesi contagiati manca il denaro".
"Molti credevano - ha osservato Juergen Voegele, esperto della Bm - che i contagi umani fossero limitati all'Asia. Ora il mondo comincia a vedere che non è così".
"Occorre solo denaro - ha ricordato Iain Simpson, portavoce dell'Oms - perché senza fondi non è possibile per i singoli Paesi affrontare e prevenire il contagio". E' meglio spendere ora per prevenire - ha detto Benita Ferrero-Waldner, Commissario dell'Ue per gli affari esterni - piuttosto che dover spendere molto di più per una pandemia.
Il timore è, sempre, che il virus H5N1 muti in una forma trasmissibile in via diretta tra esseri umani, come la normale influenza, scatenando una pandemia. La Bm stima che una pandemia costerebbe 800 miliardi di dollari e farebbe cadere del 2% l'economia mondiale. Dal dicembre 2003, quando la malattia è riapparsa in Asia, ci sono stati 79 morti e 150 contagi umani, la maggioranza in Vietnam.
Cina. Nel 2005 ci sono stati 32 focolai infettivi tra gli uccelli di 13 province, sono morti 154.600 polli e 22.571.200 sono stati abbattuti. Il governo ha pagato ai contadini per risarcire le perdite 100 milioni di yuan (12,2 milioni di dollari) nel 2004 e oltre 200 milioni (24,4 milioni di dollari) nel 2005.
Hong Kong. Permessa l'importazione di 30 mila polli al giorno, provenienti da fattorie controllate e vaccinati. Per gli ultimi 2 giorni prima del nuovo anno lunare, sarà permesso importare tra 50 mila e 70 mila polli al giorno.
Indonesia. Confermata ieri la 13° vittima, una ragazza di 13 anni morta il 14 gennaio a Java.
Israele. Ricoverato ieri in ospedale a Gerusalemme un agricoltore palestinese con i sintomi della malattia. Si attendono le analisi anche sui polli morti nella sua fattoria.
Turchia. Confermato il 4° decesso umano, una bambina di 13 anni morta il 15 gennaio nell'orientale città di Van, i cui primi esami erano stati negativi. In corso le analisi su altri bambini malati a Istanbul. Ci sono circa 20 contagi ufficiosi e sono stati abbattuti almeno 932 mila polli.
Iran. Grande attenzione sul confine con la Turchia. Distribuiti ai medici vaccini antiinfluenzali. Nella zona è "consigliato" abbattere i polli dei piccoli pollai domestici.(PB)