Influenza aviaria: proviene dalla Cina il virus che ha colpito Thailandia e Laos
E' il risultato degli accertamenti della Fao. Pechino ritiene la notizia "priva di fondamento", ma non nega un commercio illegale di pollame tra i Paesi. Ancora contagi e morti in Indonesia.
Bangkok (AsiaNews/Agenzie) Proviene dalla Cina il virus dell'influenza aviaria che a luglio ha colpito Thailandia e Laos. Lo denuncia l'Organizzazione per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO) delle Nazioni Unite.
Ieri la Fao ha reso noto che il contagio avvenuto a luglio nella settentrionale provincia thailandese di Phichit appartiene allo stesso ceppo del virus H5N1 che ha già colpito il Paese nel 2003. Ma gli altri contagi, in Thailandia nella provincia di Nakhon Phanom e nel Laos nei pressi della capitale Vientiane, sono stati causati da un tipo di virus trovato per la prima volta in Cina e mai apparso finora in quelle regioni.
Da Bangkok la Fao spiega che "il virus è simile a quello di recente isolato nella Cina meridionale, cosa che fa ritenere che da lì si sia diffuso in Thailandia e Laos". "Nel sud est e nell'est asiatico il commercio di pollame prosegue, anche attraverso i confini statali, nonostante che i governi e le popolazioni ben conoscano i rischi [di contagio]".
He Changchui, rappresentante Fao per la zona asiatica, parla di "un altro punto critico nella lotta contro l'influenza aviaria nella regione". "Per i Paesi più poveri sono ancora necessari interventi di lungo periodo, e occorrono finanziamenti adeguati al tempo necessario".
Da Pechino Mao Qunan, portavoce del ministro della Sanità, ritiene "priva di fondamento" l'ipotesi che un ceppo del virus si sia diffuso dalla Cina ad altri Stati. "Individuare e identificare l'origine di un nuovo tipo di virus commenta richiede un lungo lavoro scientifico e tecnologico". "Questa ipotesi è mossa da ragioni politiche. Vuole denigrare la Cina e accollarle ogni responsabilità". "Per fare un esempio: poiché il virus dell'AIDS/HIV è stato per la prima volta scoperto negli Stati Uniti, possiamo forse sostenere che tutti i malati hanno ricevuto il virus dagli Stati Uniti?"
Comunque Mao non ha negato l'esistenza di un commercio non ufficiale di pollame tra la Cina e gli altri Paesi, come la Fao denuncia da mesi. Nel maggio 2005 alcuni ricercatori avevano già detto di avere trovato in Vietnam un ceppo del virus nuovo per il Paese ma comune nella regione cinese del Guangxi, separata dal Vietnam dalle montagne del Lang Son.
Da tempo si teme che in Cina il contagio sia maggiore delle cifre ufficiali e di recente è emerso che un uomo di 24 anni è morto in Cina per l'influenza aviaria nel novembre 2003, ovvero prima di tutti gli altri contagi avvenuti in Asia nel corso dell'epidemia iniziata alla fine del 2003. In precedenza Pechino aveva sempre sostenuto di non avere avuto decessi per il virus prima di novembre 2005.
Intanto il 14 agosto è stato confermato un nuovo contagio a Changsha, capitale dell'Hunan. Sono morti 1.805 anatroccoli e circa 217 mila anatre sono state abbattute per contenere l'infezione. E' stato anche confermato che il contadino dello Xinjiang morto il 12 luglio aveva l'influenza aviaria: è la 14ma vittima cinese ufficiale per la malattia.
Indonesia. Confermata ieri il 45° decesso per influenza aviaria: una bambina di 9 anni nel distretto di Garut, Java occidentale, da dove proviene anche un ragazzo di 17 anni pure contagiato. In corso accertamenti per il timore di un focolaio infettivo in atto nella zona. (PB)
24/01/2008