Influenza aviaria: l’Indonesia diamo i campioni all’Oms se i vaccini costeranno poco
Jakarta (AsiaNews/Agenzie) – L’Indonesia non darà campioni di virus dell’influenza aviaria all’Organizzazione mondiale della sanità, senza garanzie che i vaccini in preparazione non avranno un costo eccessivo. Intanto nel Paese si accertano due altri morti e un malato.
Ieri Siti Fadiliah Supari, ministro indonesiano della Sanità, ha ripetuto la posizion del suo governo, durante un incontro a Jakarta inteso proprio a risolvere il contrasto. L’Oms avverte che, senza campioni del virus, gli scienziati non possono monitorare la situazione e vedere se il virus sta mutando in una forma più contagiosa. Ma il Paese replica che le grandi compagnie farmaceutiche usano i campioni indonesiani per creare un vaccino troppo costoso e chiede che l’Oms non dia più campioni alle grandi ditte che li sfruttano per proprio vantaggio. “Questo modo di agire – ha detto Supari in un’intervista – mantiene gli Stati in via di sviluppo poveri e ammalati. E’ un sistema più pericoloso della stessa influenza aviaria”.
L’Indonesia, con 66 morti accertati, è il Paese più colpito dalla malattia, ma non può pagare vaccini costosi per i suoi oltre 220 milioni di abitanti. Questa posizione è stata approvata da altre Nazioni in via di sviluppo, molte delle quali sono venute a Jakarta per cercare una soluzione al problema. Dalla fine del 2003 , nel mondo la malattia ha ucciso 169 persone accertate, ma si ritiene il dato molto sottostimato.
Il dirigente dell'Oms David Heymann ha risposto che questa posizione ostacola la ricerca sul virus. Ha proposto di dare ai Paesi in via di sviluppo scorte di vaccino nonché informazioni utili per produrlo.
L’Indonesia si è intanto accordata con la ditta farmaceutica Baxter Healthcare Corp. per fornire virus in cambio di una adeguata riserva di vaccino.
Anche Mike Leavitt, segretario Usa per la Salute e l’assistenza della persona, ha chiesto a Jakarta di rivedere la sua posizione e ha offerto 10 milioni di dollari all’Oms per aiutare i Paesi poveri ad avere il vaccino.
Intanto oggi Muhammad Nadirin, funzionario del ministero della Sanità, ha detto che dalle prime analisi risultano altri due morti per il virus, anche se si attende conferma. Si tratta di un giovane di 15 anni, morto il 25 marzo, proveniente da Indramayu (Java occidentale) e di un altro di 22 anni di Palembang (Sumatra sudorientale), morto il 24 marzo. Secondo fonti locali, quest’ultimo non avrebbe avuto contatti con uccelli, ma aveva almeno 10 gatti in casa. Nel Paese è stato provato che i gatti possono contrarre e diffondere la malattia. Nell’ospedale Soetomo (Surabaya) è ricoverato un uomo contagiato di 39 anni proveniente da Mojokerto (Java orientale).
Intanto in Egitto ci sono altri 3 malati, che portano a 29 il numero dei contagi. Sono un bambino di 5 anni a Minya, una bambina di 6 anni nella provincia di Qena e un’altra di 3 anni, Hajer Mohamed Awadallah, ricoverata nella meridionale città di Aswan. Nella zona di Aswan ci sono già stati due recenti contagi, ma il ministero della Sanità dice che con questi “non ci sono relazioni”.