18/10/2005, 00.00
ASIA
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Influenza aviaria: allarme in occidente, ma la "guerra" è in Asia

Aumentano gli appelli ad affrontare il virus dove è nato, con aiuti per gli Stati del sud est asiatico. Nuovi casi di contagio di uccelli.

Roma (AsiaNews/Agenzie) – Aumentano le segnalazioni di volatili contagiati, ma gli esperti ripetono che il virus H5N1 costituisce "per ora" un pericolo per gli animali e non per l'uomo. "Il contagio è, per ora, un problema veterinario – spiega Philippe Houdart, capo dell'unità di crisi per la prevenzione e il controllo dell'Agenzia belga per gli alimenti – e non rappresenta un pericolo per la salute dell'uomo".

Il vero pericolo, ammoniscono gli esperti, è che nel sud est asiatico (zona di "incubazione" dove il virus appare endemico)  si manifesti una mutazione del virus trasmissibile tra esseri umani. "E' come un vulcano pronto ad eruttare", ammonisce Alejandro Thiermann, presidente del Codice per la sanità internazionale degli animali.

La gran parte degli Stati, tuttavia, appare preoccupata di procurarsi scorte di medicine, piuttosto che di contribuire a programmi di prevenzione per la creazione di migliori condizioni igieniche nel sud est asiatico. Le richieste di medicine sono così alte che William Burns, capo della divisione farmaceutica della società Roche -  che detiene il brevetto del farmaco antivirale Tamiflu - ipotizza la concessione di sub licenze ad altre compagnie per aumentare la produzione. Ciò potrebbe anche consentire costi differenziati a favore dei Paesi poveri (come Cambogia e Bangladesh) non in grado di comprare la costosa medicina.

L'Europa è preoccupata per la denuncia del contagio nell'isola di Chios in Grecia (al confine con la Turchia) e per le nuove segnalazioni in Romania (presso il confine con l'Ucraina), ma le notizie di nuovi casi nel continente asiatico sono frequenti.

Vietnam. Il governo spenderà 700 miliardi di dong (44,3 milioni di dollari Usa) per vaccinare il pollame domestico. Da aprile si sono avuti 22 casi di contagio tra gli animali di 10 province, che hanno ucciso o fatto eliminare oltre 14 mila polli. Oltre 50 milioni di uccelli domestici sono stati vaccinati e altri 100 milioni lo saranno entro novembre. Si prevede una completa vaccinazione entro il marzo 2007. Il Paese ha chiesto aiuto economico e donatori esteri hanno promesso 6,8 milioni di dollari nei prossimi 6 mesi, destinati alla sanità e a sovvenzionare gli allevatori. Dal 2003 ci sono stati 91 casi di contagio umano con 41 morti. Il governo teme che un'epidemia umana colpirebbe almeno il 10% degli 82 milioni di abitanti.

Cina. Secondo l'Organizzazione Onu per il cibo e l'agricoltura (Fao), il Paese ha un quarto delle galline del mondo, i due terzi delle anatre domestiche e i nove decimi delle oche d'allevamento. Il governo dichiara che non ci sono casi di contagio in atto e ha contestato le dichiarazioni di alcuni scienziati dell'Università di Hong Kong, secondo i quali il virus ha colpito uccelli migratori nelle regioni occidentali e da lì è partito per Kazakistan, Russia ed Europa.

Indonesia. Gli Stati Uniti – ha detto il 17 ottobre Michael Leavitt, segretario Usa per la sanità in visita nel Paese - doneranno a Jakarta 3,15 milioni di dollari per approntare un sistema di primo intervento e diagnosi e per aumentare il controllo.

Singapore. Ieri Khaw Boon Wan, ministro della Sanità, ha dichiarato che lo Stato è pronto ad affrontare un'epidemia con scorte di medicinali e ricovero in isolamento ospedaliero. Il rischio di contagio è alto per l'elevata densità della popolazione.

Bangladesh. Gli esperti criticano il governo perché non è in grado di affrontare un'epidemia, né per il pollame né per le persone. Mancano sia i fondi per l'acquisto del vaccino sia un piano di emergenza. L'allevamento di volatili è in pieno sviluppo e dà lavoro ad almeno 5 milioni di persone. Il governo ha, comunque, ordinato una attenta vigilanza sugli uccelli migratori, come consigliato dalla Nazioni Unite, che pure insistono per maggiore controllo sugli allevamenti e per la predisposizione di un piano d'emergenza.

Sri Lanka. Il ministero per la Sanità e la Nutrizione ha disposto attenti controlli su allevamenti e uccelli migratori – è periodo di passaggio - e proibito l'importazione di pollame e uccelli esotici dai Paesi contagiati.

Iran. Migliaia di anatre selvatiche sono morte nella  regione nord occidentale di Poldasht per una malattia non accertata. Il 15 ottobre il governo ha negato casi di influenza aviaria. L'area, presso il confine con l'Azerbaigian, è stata posta in quarantena. Si teme che il "misterioso virus" possa raggiungere in autunno il Mar Nero e la regione del Mar Caspio, portato da uccelli migratori.

Arabia Saudita. Lo Stato accumula scorte di medicine antivirali. C'è preoccupazione per il tradizionale pellegrinaggio alla Mecca, specie per l'hajj all'inizio di gennaio, cui ogni anno partecipano milioni di fedeli. E' predisposto un piano di emergenza che prevede la chiusura delle scuole, restrizioni nei viaggi e una severa quarantena.

Israele. Massima allerta nel Paese, via di passaggio per gli uccelli migratori. In caso di pandemia le autorità sanitarie temono almeno 3 mila morti. Ordinati 8 milioni di vaccini per il pollame.

Siberia. Il ministro russo dell'Agricoltura conferma il contagio nel pollame in 2 villaggi nell'occidentale provincia di Kurgan, mentre sono sotto osservazione altri 19 villaggi nelle province di Novosibirsk e Altai. Il contagio sarebbe terminato nelle province di Chelyabinsk, Omsk e Tyumen, dove fu riscontrato all'inizio. Sono stati soppressi centinaia di migliaia di polli e costituite zone di quarantena. (PB)

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