Influenza aviaria, confermata la prima trasmissione diretta fra esseri umani
Nanjing (AsiaNews/Agenzie) - Un gruppo di scienziati cinesi ha confermato questa mattina il primo caso di trasmissione umana diretta del virus H7N9, ceppo evoluto dell'influenza aviaria che ha ucciso più di 40 persone in Asia dallo scorso marzo. Secondo uno studio pubblicato sul British Medical Journal, infatti, il contagio è confermato anche se "limitato e non sostenibile". Bao Changjun, co-autore del testo, chiede però alla popolazione di "mantenere la calma. La trasmissibilità del virus non è molto efficace".
La scoperta è stata fatta dal Centre for Disease Control and Prevention di Nanjing, che ha studiato due persone decedute per il virus, un padre e una figlia. Il padre, di 60 anni, frequentava in maniera regolare un mercato dove si vendeva pollame vivo, dal quale probabilmente è stato contagiato. L'uomo è stato trasferito in due diversi reparti di terapia intensiva prima di morire, dopo circa un mese e mezzo dal contagio.
Due settimane dopo si è ammalata anche la figlia di 32 anni, che al contrario non aveva avuto contatti con animali ma che era stata molto vicina al padre durante le permanenze negli ospedali. Un'analisi del genoma dei virus dei due pazienti ha confermato la trasmissione. Secondo i ricercatori la spiegazione più plausibile per la catena di eventi è proprio quella di una trasmissione diretta tra padre e figlia, anche se lo studio dimostra che il virus non ha ancora acquisito la capacità di essere trasmesso da persona a persona in maniera efficiente.
"Questo però - sottolinea lo studio - rinforza l'opinione comune che il virus abbia la possibilitù di diventare pandemico". Fino a questo momento sono stati riportati 133 casi accertati di infezione da H7N9, con 43 morti. L'epidemia sembra essersi fermata, ma secondo gli esperti "potrebbe tornare con la stagione fredda".
La paura di un'epidemia diffusa da questo virus ha paralizzato l'Asia nell'estate del 2005, quando il primo ceppo virale - l'H5N1 - si è diffuso in tutto il Sud-Est e nella parte orientale del continente. Le vittime accertate furono più di 100, anche se l'atteggiamento di Pechino - che non ha voluto cooperare per diverso tempo con l'Organizzazione mondiale della Sanità - fece pensare a un numero più alto di decessi. Da allora, questa forma di influenza non è mai stata del tutto sconfitta ma è mutata, e si continua a temere un contagio di grandi proporzioni.