Inflazione record in India, trainata dai generi alimentari
Inflazione +9,89%, lo zucchero cresce del 55,47%, le patate di oltre il 30%. L’opposizione critica la nuova tassa sul carburante e preannuncia battaglia sulla legge di bilancio statale. C’è attesa per i possibili interventi della Banca centrale. Analisti: il bilancio annuale non ha una visione di medio termine.
New Delhi (AsiaNews/Agenzie) – I prezzi al consumo crescono del 9,89% a febbraio, record da ottobre 2008, trainati dall’aumento di generi di prima necessità. Intanto il governo parla di 58 milioni di nuovi posti di lavoro generati dal Piano Quinquennale.
L’aumento dei prezzi era dell’8,56% a gennaio. L’inflazione crea preoccupazione anche perché colpisce anzitutto generi i prima necessità, come lo zucchero (+55,47% rispetto al febbraio 2009), le patate (+30%), ma anche l’energia (petrolio +11,73%, gasolio +9% circa). La previsione di medio termine è di ulteriori rincari, vista anche la recente crescita del costo del petrolio. Permane alta pure la crescita di legumi, riso e verdure, anche se esperti osservano che è rallentata a “solo” il 17,81% nella settimana finita il 27 febbraio, rispetto al +17,87% della settimana precedente, e prevedono che gli alimenti abbiano raggiunto i prezzi massimi e siano in fase calante.
Peraltro Sharad Pawar, ministro dell’Agricoltura, prevede buoni raccolti di prodotti come il grano e una conseguente diminuzione dei prezzi.
In aumento anche i prezzi dei costi per le manifatture (+7,42% a febbraio), ma in crescita pure la produzione industriale (+16,7% a gennaio).
Duvvuri Subbarao, governatore della centrale Bank of India (Boi), ha osservato già la scorsa settimana che era prevedibile una crescita dei prezzi, dopo i recenti aumenti di tasse sul petrolio greggio e i prodotti raffinati. Ora gli economisti aspettano di vedere se la Boi aumenterà il costo del denaro, al minimo storico.
Gli investitori attendono anche l’inizio del nuovo anno fiscale, il 1° aprile, perché con esso riprenderanno i finanziamenti erogati dal governo. Il 26 febbraio il ministro delle Finanze Pranab Mukherjee, rivelando il progetto di bilancio statale, ha annunciato prestiti statali per un record di 4.570 miliardi di rupie (oltre 100 miliardi di dollari) per l’anno fiscale 2010/11.
Anche grazie ai finanziamenti statali, la crescita del Prodotto interno lordo nell’anno fiscale è prevista del 7,2%, in ripresa dopo il 6,7% del 2008/2009. Ma questo ha aumentato il deficit di bilancio e secondo il Fondo Monetario Internazionale l’India ha un debito estero pari all’82% del Pil.
Peraltro analisti criticano il progetto di bilancio presentato dal Governo, che ritengono carente di una prospettiva di medio e lungo termine. Ritengono eccessive le spese in sussidi alimentari, per fertilizzanti e per carburante, che beneficiano non solo i molti poveri ma anche famiglie di reddito medio e anche alto. Osservano che nei prossimi 20 anni ci saranno 240 milioni di nuovi lavoratori, con necessità di creare un milione di posti di lavoro al mese, e che un effettivo sviluppo della società si può avere solo con una maggiore spesa per istruzione, sanità e infrastrutture.
Il forte aumento del costo della vita può alimentare contrasti politici: i partiti di opposizione hanno già annunciato voto contrario al progetto di bilancio dello Stato, se non sarà revocata la nuova tassa sul carburante, che ritengono causa di inflazione. Il voto si preannuncia contrastato, dato che la United Progressive Alliance al governo conta su solo 268 dei 543 seggi del parlamento.
Ieri Mallikarjum Kharge, ministro per il Lavoro e l’occupazione, parlando al Lok Sabha (Camera bassa del parlamento) ha annunciato che l’11° Piano Quinquennale (2007/12) creerà 58 milioni di nuovi posti di lavoro, anche grazie ai finanziamenti all’economia erogati dallo Stato dal dicembre 2008, con una crescita dell’occupazione prevista del 2,73% annuo.
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