17/05/2012, 00.00
PAKISTAN
Invia ad un amico

Infermiere cattoliche in Pakistan, “luce di speranza” per poveri e malati

di Shafique Khokhar
Per la loro Giornata internazionale, la diocesi di Faisalabad ha organizzato un incontro cui hanno partecipato anche sacerdoti, suore e cittadini. Le lavoratrici hanno esposto i problemi e invocato maggiori tutele e formazione. Vicario generale: come il sacerdozio, è una “vocazione che viene da Dio”.

Faisalabad (AsiaNews) - Una professione delicata, importante, da svolgere con dedizione missionaria e spirito sacerdotale, perché deve portare "luce e speranza alle persone più miserevoli". Tuttavia, per migliorare sempre più la qualità del servizio offerto al paziente è necessaria una "formazione adeguata e un miglioramento delle condizioni lavorative". Sono i punti emersi in un convegno promosso dai cattolici di Faisalabad, per celebrare la Giornata internazionale delle infermiere che si è tenuta il 12 maggio scorso. Nella sala principale dell'Ospedale del San Raffaele, sotto l'egida della Commissione diocesana per il dialogo interreligioso, si sono incontrati 150 fra sacerdoti, suore, infermiere e semplici cittadini; i presenti hanno recitato preghiere, letto passi della Bibbia, intonato canti e promosso approfondimenti e discussioni sulla professione, le modalità in cui viene svolta oggi e le difficoltà presenti nel comparto sanitario in Pakistan.

Durante l'incontro le infermiere hanno manifestato le difficoltà che devono sostenere ogni giorno, fra cui "enormi pressioni nei luoghi di lavoro, influenze psicologiche e una paga sproporzionata". Al riguardo, esse chiedono un "miglioramento" della situazione e "maggiore rispetto" per la loro professionalità. Oltre a incentivi economici, il governo è chiamato a garantire una "maggiore mobilità, aggiornamento professionale e opportunità educative".

Secondo Naghma Noureen, studioso cristiano, le infermiere "ricoprono un ruolo importante nel migliorare la salute, il benessere e la riabilitazione di tutta la comunità e della nazione intera". Il loro sforzo è "ammirevole" perché, come il Buon samaritano della parabola evangelica, sono al servizio del paziente "senza nemmeno conoscerlo".

Suor Rufina Gill, responsabile del San Raffaele a Faisalabad, denuncia un peggioramento del servizio offerto perché "la gente considera questo nobile servizio come un lavoro, e non una missione". La religiosa invita le infermiere a operare con "onestà", perché si tratta di un servizio "strettamente legato all'umanità", e ricorda l'importanza "della formazione" per un miglioramento della qualità e della professionalità delle operatrici del settore.

Rivolgendosi alle infermiere presenti all'incontro, p. Khalid Rashid Asi - vicario generale della diocesi - le paragona a Dio, perché "entrambi curano i malati". Si tratta, aggiunge, di una professione "molto simile al sacerdozio e una vocazione particolare che viene da Dio". E chiede di "infondere gioia e speranza fra poveri, senza speranza e sfiduciati", in un servizio reso all'umanità sulla falsariga del Messia. Infine p. Aftab James Paul, direttore della Commissione per il dialogo interreligioso, che le invita a "non scendere mai a compromessi" con la loro professione, perché "sono dotate da Dio, della capacità di fare miracoli come Gesù Cristo".

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
'Sono io, non abbiate paura’: storia di una vocazione
16/03/2020 11:56
Troppa gente nei mercati, negozi, terminal: insorgono i medici indonesiani
19/05/2020 14:03
Giava centrale: un villaggio si rifiuta di seppellire un’infermiera morta di coronavirus
15/04/2020 12:26
Suor Ida Porrino: inviata in Pakistan dopo 45 anni a Taiwan
26/05/2017 08:34
Da poliziotto a prete, per imitare Gesù Buon Pastore
04/12/2004


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”