Indonesia-Timor Est: al varo la Commissione Verità e Amicizia
Jakarta (AsiaNews) Incuranti del dissenso Onu, Indonesia e Timor Est hanno firmato l'accordo per istituire la Commissione di Verità e Amicizia per far luce sulle violenze avvenute durante il ritiro indonesiano dall'isola nel 1999. Con la Commissione, Jakarta e Dili mettono fine ai processi sulle atrocità avvenute durante il processo di indipendenza, quando milizie locali, sostenute dall'esercito indonesiano, hanno ucciso circa 1.500 timoresi e causato 250 mila profughi.
L'accordo è stato firmato ieri, 9 marzo, al palazzo presidenziale di Jakarta, dal capo di Stato indonesiano Susilo Bambang Yudhoyono (SBY) e dalla controparte timorese, Xanana Gusmao. Quest'ultimo in un'intervista al giornale locale Kompass ha dichiarato che è tempo che entrambi i Paesi dimentichino il passato e si concentrino nel costruire il futuro alla ricerca di rapporti bilaterali. "Dal 1999 ha continuato Xanana - l'atmosfera politica in Indonesia è cambiata e le relazioni tra Dili e Jakarta migliorate". Il presidente timorose non ha negato che persistono dei problemi di carattere "territoriale e legale", ma con la Commissione si persegue un obiettivo comune: "cercare la verità".
La Commissione, con sede a Bali, ha un mandato di 2 anni e inizierà i lavori ad agosto. SBY ha dichiarato che quella di Verità e Amicizia è la migliore Commissione possibile" per sistemare i problemi tra le due Nazioni. L'affermazione è in chiara polemica con le Nazioni Unite. L'Onu già da mesi aveva dichiarato di non approvare l'accordo Susilo-Xanana e aveva proposto una Commissione indipendente di esperti, rifiutata da Jakarta, per indagare sulle cause del fallimento di una risoluzione del Consiglio di sicurezza; questa, firmata nel 1999, doveva individuare gli autori dei massacri.
L'International Centre for Transitional Justice (ICTJ), con base a New York ha denunciato che l'accordo non renderà giustizia alle vittime di Timor. La Commissione non ha il potere di perseguire per via legale i colpevoli di crimini di guerra e contro l'umanità. In compenso ha la possibilità di offrire loro l'amnistia.
Sulla Commissione di Verità e Amicizia si era espressa in senso negativo anche la Chiesa timorese. A febbraio il vescovo di Dili mons. Alberto Ricardo da Silva aveva denunciato che la Commissione non aveva il consenso della popolazione. Il prelato aveva ribadito la necessità dei tribunali sui crimini passati "qualsiasi cosa dica Kofi Annan e qualsiasi cosa vogliano i leader timoresi". (MH)