Indonesia, respinto secondo appello per riaprire il caso dei tre cattolici condannati a morte
La Corte suprema dichiara illegale la richiesta della difesa: "La sentenza capitale è definitiva". Numerose le manifestazioni a favore di Tibo e dei suoi due compagni, ma c'è anche chi ne chiede l'immediata esecuzione.
Jakarta (AsiaNews) La Corte suprema indonesiana ha respinto la seconda richiesta per una revisione del caso dei tre cattolici condannati a morte per le violenze interreligiose del 2000 a Poso, provincia di Sulawesi centrali. Cade così l'ennesima speranza di vedere salvi Fabianus Tibo, Dominggus "Domi" da Silva e Marinus Riwu. Intanto continuano le manifestazioni di dissenso di attivisti e abitanti locali, che vedono i tre come vittime di un processo dettato dagli estremisti islamici; al tempo stesso, però, ci sono forti richieste di chi vuole una pronta applicazione della sentenza capitale, in rispetto alle "centinaia di musulmani morti nel 2000".
Oggi Bagir Manan, capo della Corte, ha detto che il processo legale è concluso e non vi è più opportunità per la difesa, condotta dal gruppo di avvocati del Padma, di chiedere una riapertura del caso. "Le iniziative del Padma sono contro la legge" spiega Manan. "La sentenza di morte è definitiva e il futuro dei tre condannati non è più nelle nostre mani".
Anton Bachrul Alam, vice portavoce della polizia indonesiana, riferisce inoltre che la polizia delle Sulawesi centrali già ha scelto i membri del plotone. Ancora una volta, però, ha evitato di fornire dettagli sull'esecuzione, che si ritiene ormai imminente. "Visto che il primo piano ha subito cambiamenti o posticipi - spiega Alam - siamo in attesa di ricevere direttive dall'Ufficio del procuratore delle Sulawesi centrali.
Sabato scorso, 1 aprile, data per cui era stata fissata l'esecuzione, i membri di 25 Ong e alcuni esponenti di diverse comunità religiose hanno manifestato a Jakarta contro la condanna a morte dei tre cattolici. Altra dimostrazione di protesta si è svolta a Palu, Sulawesi centrali, il 4 aprile; vi hanno partecipato alcuni abitanti di Poso, membri di Ong locali e residenti di Palu originari di Flores (luogo d'origine anche di Tibo e dei suoi compagni).
In risposta a questa manifestazione ieri sono scesi in piazza numerosi studenti musulmani, che hanno chiesto l'immediata esecuzione dei tre. I manifestanti sono membri della cosiddetta Alleanza degli studenti musulmani. Abdul Malik, che ha guidato il corteo, si chiede "come si può rimandare una condanna a morte solo su base umanitaria?". E ancora: "la vita di centinaia di musulmani uccisi nelle violenze a Poso valgono di meno della vita di Tibo?".