Indonesia, i sacerdoti sfidano "oceani di fango" e distanze per fare catechismo
Il vescovo è stato protagonista lo scorso novembre di una piccola avventura. Mons. Blasius era in viaggio per celebrare la messa nella parrocchia di S. Pietro l’Apostolo a Nanga Tayap (circa 200 chilometri a nord di Ketapang, sette ore di navigazione). Con i suoi collaboratori, è stato costretto a fermare la macchina perché la strada principale era del tutto bloccata da uno spesso deposito di fango. All’inizio, il vescovo ha cercato di raggiungere da solo a piedi l’altro lato della strada. Ma più cercava di andare avanti, più affondava nell’“oceano di fango”.
“La situazione è peggiorata quando mi sono ritrovato immerso fino alle cosce nella melma”, racconta il vescovo ad AsiaNews durante un incontro tenutosi nella canonica della diocesi. Dopo ore di lotte e tentativi, l’entourage di mons. Blasius è riuscito a tirarlo fuori dal fango. Il vescovo, grazie a un equipaggiamento speciale fornito dalle autorità locali in casi di emergenza come questo, ha potuto continuare il viaggio. Dopo aver celebrato la messa, mons. Blasius spiega: “Sono stato ricoverato e sottoposto a un intervento al ginocchio, danneggiato per essere rimasto bloccato nel fango”.
Quanto vissuto dal vescovo è all’ordine del giorno per tutti i sacerdoti che lavorano nella diocesi. P. Alexander Joko Purwanto Pr svolge la sua attività pastorale proprio nella parrocchia di Nanga Tayap. Il sacerdote nota che nella diocesi il numero di preti è esiguo, rispetto alla vasta estensione del territorio. E tuttavia sono gli unici a proclamare e diffondere la parola di Dio, “dal momento che la presenza di catechisti cattolici laici è molto bassa”.
P. Purwanto racconta che una volta un cattolico dayak della sua parrocchia ha chiesto di non celebrare la messa domenicale, perché i locali avevano programmato una giornata di pesca. Il sacerdote, piuttosto che andare incontro alla sua richiesta, ha chiesto alla comunità di partecipare alla funzione, e ha chiesto la benedizione del Signore per la loro pesca. In seguito, p. Purwanto ha costruito il santuario di Maria Vergine sul terreno della parrocchia, per spingere i cattolici locali a praticare la loro devozione alla Madonna. Il sacerdote spiega ad AsiaNews: “L’idea di base è semplice: quando i fedeli vengono qui per pregare, io ho l’opportunità di guidarli e diffondere la fede. Il catechismo non ha la stessa efficacia quando un sacerdote deve recarsi nelle singole case, dislocate lontane le une dalle altre”.