Indonesia, cinesi discriminati nei soccorsi per lo tsunami
Jakarta (AsiaNews) In alcuni centri di accoglienza dell'Aceh e del Nord Sumatra gli indonesiani di etnia cinese sono vittime di una "discriminazione" da parte dei soccorritori: essi non ricevono cibo e medicinali; devono aiutare i soccorritori a scavare buche per seppellire i cadaveri; vengono saccheggiati e, in alcuni casi, uccisi. Tali informazioni, diffusi attraverso messaggi SMS, sono stati stigmatizzati da Benny G. Setiono, presidente dell'Associazione cinese-indonesiana (INTI), preoccupato della loro diffusione.
Alcuni messaggi riferiscono che le "vittime cinesi" non trovano posti disponibili nei voli per Medan o altre zone più sicure di Banda Aceh e sono i "capri espiatori" di una campagna "discriminatoria" che è scoppiata contro di loro in seguito al maremoto.
Setiono invita gli indonesiani a "non farsi influenzare" dalla campagna di discriminazione promossa da alcuni sconosciuti, che cercano di guadagnare credito politico con questioni legate all'appartenenza etnica e smorza i toni della polemica.
Per i volontari dell'INTI dei campi profughi nell'Aceh e nel Nord Sumatra non c'è nulla di strano se "in una situazione così straordinaria, in cui regna la disperazione" si verificano alcuni "piccoli incidenti". Setiono afferma che questi fatti "sono moralmente accettabili", visto che gli incidenti hanno coinvolto sia l'etnia cinese che la maggioranza locale: mancano cibo e medicinali e i soccorritori faticano a portare gli aiuti umanitari.
Gli indonesiani di origine cinese subirebbero saccheggi e discriminazioni perché ritenuti più ricchi della popolazione locale e anche in questa tragedia essi sono considerati più fortunati. Il presidente dell'INTI riporta un caso che definisce "esemplare": per rimuovere i corpi dei familiari morti a causa del maremoto con le motociclette del trasporto pubblico ad una famiglia cinese hanno chiesto 400 rupie (circa 44 dollari). Ma i ricatti non hanno colpito solo gli indonesiani cinesi, perché le stesse famiglie ricche dell'Aceh sono state oggetto di simili episodi di sciacallaggio.
Nei giorni successivi alla tragedia gli indonesiani di origine cinese sono stati fra i primi a lasciare Banda Aceh perché pagavano "biglietti aerei a caro prezzo" a sconosciuti che hanno approfittato della tragedia "per lucrare".
Per evitare che la "campagna discriminatoria" contro l'etnia cinese possa influenzare indonesiani cinesi e locali l'INTI costruirà in breve tempo un centro di informazioni a Medan per raccogliere segnalazioni e divulgarle.(MH)