Indonesia, accettato il secondo ricorso contro la condanna a morte dei tre cattolici
La Corte Suprema ha nominato un nuovo gruppo di giudici con il compito di rivedere le accuse contro Fabianus Tibo, Dominggus da Silva e Marinus Riwu. I giudici hanno invitato "a non procedere con l'esecuzione mentre il giudizio è sospeso: sarebbe un crimine contro l'umanità".
Jakarta (AsiaNews) La Corte Suprema indonesiana la Mahkamah Agung (Ma) ha accettato il secondo ricorso per i tre cattolici condannati a morte ed ha invitato la Procura a non dare luogo all'esecuzione finchè la revisione è in corso.
La Ma ha infatti nominato un gruppo di giudici che ha il compito di valutare il secondo appello presentato dai legali di Fabianus Tibo, Dominggus da Silva e Marinus Riwu, i tre cattolici condannati a morte per le violenze di Poso avvenute nel 2000. "I nominati ha annunciato il giudice Djoko Sarwoko, portavoce della Ma sono diversi da quelli scelti per la prima revisione". I nuovi giudici sono Timur P. Manurung, Harifin A Tumpa, e Paulus Effendy Lotulung, cristiano.
Secondo il portavoce, "la Ma non aveva alcuna intenzione di concedere una seconda revisione del caso ma, visto l'interesse nazionale ed internazionale per la sorte dei tre condannati, ha deciso di affrontare con prudenza tutta la questione". "Dobbiamo trovare il modo per concludere questa questione ha aggiunto perché, come giudici, non possiamo semplicemente sfuggire ai nostri doveri".
A differenza delle precedenti affermazioni del giudice Bagir Manan, presidente della Corte Suprema, che aveva più volte definito "immutabile" la sentenza, la Ma ha pubblicato oggi un documento in cui "suggerisce" all'ufficio del Procuratore nazionale "di ascoltare la coscienza pubblica nel gestire la sorte dei tre condannati", perché il loro "è un caso umanitario".
"L'esecuzione sottolineano i giudici deve essere sospesa almeno fino a che la revisione del caso è in corso". "Se l'esecuzione venisse eseguita mentre il caso è ancora in esame ha spiegato il giudice Sarwoko diverrebbe un crimine contro l'umanità".