India: prima vittoria delle proteste cattoliche contro i film, "offensivi del cristianesimo"
"Tickle my funny bone" uscirà in ritardo e con tagli della censura. Card. Varkey Vithayathil su "Il Codice da Vinci": deprecabile permettere la proiezione di un film del genere.
New Delhi (AsiaNews/Cbci) - Prima vittoria per i cattolici indiani impegnati nella protesta contro i due film "Il Codice da Vinci" e "Tickle my funny bone", ritenuti "offensivi dei sentimenti religiosi della comunità". E oggi al coro di condanne al "Codice da Vinci" si è unito anche il card. Varkey Vithayathil.
Ieri la Kbc, la società distributrice della seconda pellicola, si è scusata e ha promesso di ritirare i manifesti pubblicitari, che ritraggono scene del film censurate. Il Central Board of Film Certification, infatti, ha imposto il posticipo dell'uscita del film, prevista per ieri, e censurato parti della pellicola.
"Tickle my funny bone", diretto da Yogendra Konkar, parla di una religiosa - dipinta come una seduttrice - che intrattiene una relazione con un uomo sposato. Vinayak Azad, capo del Central Board of Film Certification per lo Stato del Maharashtra, ha assicurato i rappresentanti cristiani che nel film non vi saranno scene ritenute volgari e non appariranno simboli della religione cristiana come chiese, rosari o croci.
Prima dell'uscita nella sale della versione censurata, "Tickle my funny bone" sarà proiettato in prima visione per gli esponenti cristiani, intenzionati ad accertarsi che la pellicola non contenga ancora immagini offensive.
Le manifestazioni cattoliche sono in corsa già da qualche giorno. Grazie anche all'appoggio dei presuli, il 10 maggio un gruppo composto da circa 500 cattolici ha protestato nella scuola delle suore canossiane di Mahim, a Mumbai: alla manifestazione, che chiedeva "rispetto per l'immagine di Cristo e delle religiose indiane" hanno partecipato circa cento suore.
Decisa la condanna all'altro film incriminato "Il Codice da Vinci", arrivata oggi dal card. Varkey Vithayathil della Chiesa siro-malabarese. In un suo comunicato ufficiale il cardinale definisce il romanzo, da cui è tratta la versione cinematografica, una "puro lavoro di immaginazione, che distorce la storia e maligna in modo sacrilego sulla figura e il messaggio di Gesù". Il porporato ricorda che "la laicità, in India rispetta tutte le religioni è altamente deprecabile che un film di questo genere abbia il permesso di essere proiettato, senza tenere conto dei sentimenti di milioni di cittadini".
05/06/2006