India: pressioni fisiche e psicologiche, le vedove si gettano ancora sulle pire dei mariti
La pratica del Sati, secondo la quale una vedova si getta di sua volontà sulla pira del marito, è stata abolita 175 anni fa, ma negli ultimi due mesi si sono registrati due casi. La scelta di gettarsi sulle fiamme non è volontaria, le donne subiscono pressioni o vengono drogate.
New Delhi (AsiaNews/Scmp) La recente morte di due vedove sulle pire funerarie dei mariti deceduti riapre il dibattito su come porre fine a questa usanza. La pratica indù cosiddetta del Sati, secondo la quale una vedova si immola di sua volontà sul rogo del marito, è stata bandita dai colonizzatori inglesi 175 anni fa perchè considerata "impietosa e disumana", ma continua a persistere nelle zone rurali del Paese.
Il 18 maggio Vidyawati, una giovane vedova di 35 anni, si è gettata sulla pira del marito nel villaggio di Rari Bujur, nello Stato dell'Uttar Pradesh, parte nord del Paese. I suoi compaesani e i tre fratelli del marito la guardavano ma, secondo quanto dichiarato dalla polizia, nessuno ha tentato di fermarla. Vidyawati è morta in pochi minuti e lascia tre bambini. "La famiglia di suo marito - dichiara Siraj Ahmed Khanm, sovrintendente della polizia le ha fatto capire che da vedova la sua vita sarebbe stata insostenibile e un disonore, e per questo la cosa migliore era la pratica del sati". Solo un mese prima nella parte est dell'india un'altra vedova, Sita Devi, 77 anni, era morta sulla pira del marito.
Secondo i testi indù, il sati dovrebbe essere un gesto volontario, ma nella realtà le donne subiscono pressioni coercitive fisiche, psicologiche e sociali. "Le vedove - dichiara Girja Vyas, presidentessa della Commissione nazionale per le donne subiscono pressioni psicologiche, oppure vengono drogate o fisicamente spinte nelle fiamme. Le motivazioni reali sono che la maggior parte delle volte nessuno si vuole prendere cura di una anziana vedova, oppure la famiglia della donna vuole mettere le mani sui beni del marito deceduto".
Per porre fine al sati è atteso per luglio un progetto di legge del parlamento federale. La legge dovrebbe tutelare le donne da pressioni psicologiche e considerare responsabili le famiglie che, pur potendo impedire il gesto, non lo fanno.