15/05/2006, 00.00
India
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India: per fermare il terrorismo, il governo "ascolti le richieste della sua gente"

di Nirmala Carvalho

Dopo l'intervento di mons. Migliore, osservatore permanente della Santa Sede presso l'Onu, attivisti per i diritti umani commentano ad AsiaNews "cause ed effetti del terrorismo, che non ha giustificazione ma può essere fermato".

Delhi (AsiaNews) – Il terrorismo internazionale "non ha alcuna giustificazione" e "deve essere condannato con forza", ma è necessario anche che "i governi ascoltino le richieste della propria gente ed elimini le cause che sono alla base della sua diffusione".

Con queste parole padre Cedric Prakash e John Dayal, attivisti per i diritti umani molto noti in tutta l'India, commentano ad AsiaNews l'intervento dell'osservatore permanente della Santa Sede all'Onu, mons. Celestino Migliore, avvenuto l'11 maggio scorso in occasione della 60ma sessione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite su: "Informal consultations of the plenary on a counter-terrorism strategy"

Nel suo intervento, mons. Migliore ha ribadito quel principio di negare ogni valore morale o giustificazione agli atti terroristici che era stato oggetto nel gennaio del 2002 dell'incontro interreligioso voluto di Assisi, voluto da Giovanni Paolo II. Come allora, la Santa Sede ha ricordato che anche se spesso all'origine del terrorismo ci sono fenomeni di "esclusione sociale, politica ed economica", ciò non può rendere lecito il fenomeno.

"I commenti dell'arcivescovo Migliore – dice ad AsiaNews il gesuita p. Cedric Prakash, direttore del Centro Prakash per i diritti umani – devono essere ben accolti. La pericolosa testa del terrorismo, che si moltiplica in così tanti angoli del mondo, deve essere affrontata da un punto di vista che tenga conto di aspirazioni e speranza di diversi popoli". "L'abilità nell'ascoltare queste richieste – spiega – deve essere il primo passo da intraprendere per ogni Stato che vuole andare verso una soluzione".

"La comunità mondiale – continua - deve agire sul terrorismo sostenuto dagli Stati e contro l'uso di qualunque forma di arma, nucleare o biologica. I leader religiosi devono essere abbastanza coraggiosi da proclamare per il mondo parole di pace, non-violenza ed amore".

"Il terrorismo – afferma John Dayal, presidente dell'All India Catholic Union – non può né deve essere onorato in alcun modo, ma sono la disuguaglianza sociale e l'ingiustizia i fattori che portano i giovani alla violenza e sono questi i fattori che la comunità mondiale deve affrontare, se vuole sconfiggere il terrorismo". "Ogni nazione – aggiunge - ha il suo retaggio culturale e la sua storia di violenza: in India crescono il terrorismo indù e quello islamico, che si combattono fra loro. I cristiani sono vittime innocenti di un fuoco incrociato".

"Tuttavia – conclude – il terrorismo di matrice etnica o religiosa nasce e prospera a causa dell'apatia del governo. I politici maturi e di razza chiedono una gestione più ferma della questione, ma anche l'eliminazione dei problemi che sono alla base del fenomeno".

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