India: oltre 48mila bambini hanno subito abusi dal 2001 al 2011
Mumbai (AsiaNews) - Dal 2001 al 2011 l'India ha registrato almeno 48.338 casi di abuso su bambini, con un incremento del 336%: da 2.113 a 7.112 episodi l'anno. La maggior parte delle violenze avviene sulle bambine in istituti e orfanotrofi gestiti dallo Stato. I carnefici sono presidi, insegnanti, membri del personale, o ospiti più grandi. A descrivere tale scenario è l'Asian Centre for Human Rights (Achr) nel rapporto "India's Hell Holes: Child Sexual Assault in Juvenile Justice Homes", presentato oggi a Rashida Manjoo, inviato speciale per la violenza sulle donne della Commissione Onu per i diritti umani. Da ieri fino al primo maggio la delegata sarà a New Delhi.
Il rapporto cita dati del National Crimes Record Bureau. Lo Stato indiano con il più alto tasso di abusi su minori è il Madhya Pradesh: 9465 casi dal 2001 al 2011. Seguono il Maharashtra, 6.868 casi; Uttar Pradesh, 5.949; Andhra Pradesh, 3977; Chhattisgarh, 3.688. Secondo l'Achr, le violenze non si risolvono in episodi isolati, ma proseguono nel tempo. Complici di questa tendenza sono quattro fattori fondamentali: la mancanza di ispezioni; le centinaia di bambini non registrati; la presenza di autorità di controllo "fantasma"; l'assenza di strutture separate per maschi e femmine.
"La terribile brutalità di cui sono vittime bambini e bambine - nota ad AsiaNews il card. Oswald Gracias, presidente della Conferenza episcopale indiana (Cbci) - mi addolora. La protezione dei più piccoli è al centro del ministero educativo, sociale e sanitario della Chiesa cattolica in India".
Proprio per questo motivo la Chiesa, sottolinea il porporato, "attraverso le sue istituzioni, le organizzazioni diocesane e le congregazioni religiose, ha sempre contribuito a difendere i bambini dallo sfruttamento e dagli abusi. In tutto il Paese siamo impegnati con programmi di sostegno e sviluppo per valorizzare le donne e difendere i loro diritti. È nostro obiettivo salvare centinaia di bambine e ragazze dal traffico umano, e sensibilizzare famiglie e comunità sulle responsabilità che hanno nei confronti dei bambini".